Dall'alba del deserto, al tramonto del mare

19 Luglio 2018

Sveglia all'alba, in pieno deserto. Non ha fatto molto freddo, l'escursione termica non è stata tale da farmi coprire, solo verso le quattro del mattino mi sono tirato sul corpo la coperta.  







Sempre emozionante mettere i piedi nella sabbia fresca della notte appena trascorsa e sentire quell'aria ancora respirabile. 
La colazione è pronta, io mi godo la luce del sole che si alza e che pian piano avvolge dune e rocce. 

Il nostro driver, il giovane Omar, che avrà nemmeno quindici anni e già guida come uno dei più esperti autisti nel deserto, fa colazione anche lui e ci aspetta per riportarci alla base. 

Questo giovane autista, con un sorriso da far sistemare al miglior odontotecnico, ci ha scorrazzato in lungo e largo per il Wadi Rum facendoci, spesso, sobbalzare a mo di giostra tagadà. 
Ci ha offerto il tea nelle soste, caldo come un abbraccio e dolce come l'accoglienza.
È rimasto con noi anche per la cena e la notte. 
Ogni tanto io con fare napoletano lo chiamavo gridando nel silenzio "O'mar!"... e lui con aria sempre stupita mi guardava e poi sorrideva. 
Il cioccolatino post pranzo a sacco di ieri é andato a O'mar, anche se non era il regalo adatto a un ragazzetto con le carie. 
Fatto sta che l'ha mangiato. 



La notte è trascorsa benissimo, lontano dal mondo reale e virtuale, sdraiato su una roccia a godermi il cielo stellato, che solo l'Africa o il Medioriente possono regalare, nel buio pesto solo la luna e le stelle indicano la via. Io mi perdo tra via lattea, una figata pazzesca, e pensieri.

Scalzo e con il corpo su un tappeto, fantastico di altri viaggi fini ad addormentarmi coccolato dal leggero e sempre libero venticello. 

A fare colazione arrivano anche i due amici di ieri, il professore universitario inglese e il suo compagno malesiano, tra tea e formaggio tiran fuori un pacco di merendine non meglio identificate, ne regalano un paio anche a me e Rodrigo. 
Ovviamente c'è anche Araf, la piccolina del campo, che già gironzola tra gli adulti mangiando biscottini. 



Alle 8.00 siamo tutti e quattro pronti per essere portati da Omar alla base, dove il grande capo Hussein aspetta il vile danaro con quella sua risata furba. 



Il paesaggio è incredibile... con un silenzio maggiore di ieri, se possibile, ci godiamo l'avvio della giornata con la luce che man mano mangia l'ombra. 




Una volta alla base inizia la trattativa, lui fa il furbo, nello scherzo gli parlo in italiano e gli dico che gli taglio la gola, lui risponde che è un beduino e sopravvive li da millenni nel deserto, figuriamoci. 
Risate e pacche sulle spalle, ma non vuol scendere sul prezzo. 
Pezzo di cane pecora! 
Ci affida a un tassista grasso e con baffetto alla hitler... inguardabile, gli dico di fermarsi dove si paga il ticket d'ingresso e aspettare qualche minuto. 




Ieri Rodrigo andava di fretta e senza lasciare il tempo di ragionare ha pagato i due ingressi nell'area protetta, che è il Wadi Rum, nonostante avessimo la Jordan Pass che fa accedere a tutti i siti statali. 
Io provo a farmi ridare indietro i 10 JD. 
Capisco subito che i due addetti, annoiati e che nemmeno alzano lo sguardo, non hanno nessuna intenzione di tornarci il denaro. 
Uno di loro dice che è colpa del PC che non da modo di fare i rimborsi, questa sua affermazione é vera quanto é vero che io ho l'anello al naso, idiota! 

Faccio parlare il brasiliano che ha nell'inglese la sua seconda lingua e specificare che non c'è ne un cartello che ricordi della Jordan Pass (come in altri siti ndr) ne loro ieri ci hanno chiesto qualcosa, ma non cava un ragno dal buco, allora con tono decisamente alterato in italiano chiedo perché mi devono fregare... momenti di panico quando il "duro del road house" mi fissa in cagnesco pensando, probabilmente di intimorirmi, invece il mio sguardo è peggio del suo, inoltre peso almeno il doppio. Distoglie lo sguardo dopo attimi di sfida e abbassa la testa, che non alzerà mai più. Scem'. 

Li mando a quel paese e vado dalla polizia turistica, si alza il superiore mi dice di seguirlo e va a fare la partaccia ai due bigliettai, il "duro" ancora con la testa bassa, cosi resterá tutto il tempo, mentre l'altro spiega che non può, avremmo dovuto ripassare ieri, certo...  in mezzo al deserto mi incamminavo per chiedere il rimborso a circa 40 km, giusto! 

Intanto il tassista ciccione sbuffa e rompe, io lo ignoro mentre il brasiliano, molto più accondiscendente di me, dice di  andare perchè il driver è già nervoso. 
Parte la mia risata isterica con "e sti cazzi?". 

Si torna ad Aqaba tra la vista di cammelli e di deserto che continua anche fuori dal Wadi Rum, fino al Mar Rosso.  





L'autista in pieno silenzio dopo la mia risposta scocciata con tono disturbato e in italiano. Ha capito che non era aria. 
Gli squilla il telefono e chiude tutti i finestrini per parlare, io accendo l'aria condizionata perchè davvero non si può resistere a quelle temperature a nemmeno le 9.00 del mattino; lui sbuffa e io gli faccio cenno che fa caldo, chiude la telefonata immediatamente e riapre tutto come prima. 

Finalmente hotel, finalmente coccole... chi prende il bagaglio, chi apre la porta. Sorrisi e gentilezze, aperitivo di benvenuto mentre Brian, la solita ragazza (!!!), ci fa il check-in con dolci sorrisi e poltrona d'ordinanza per chi viaggia in Business class (e io che c'entro?). 



In camera mi prendo tutto il tempo di cui necessito per sistemare me, lo zaino e riposare. 
Ho voglia di andare nella mia città natale e riposare davvero, nel fresco che solo Potenza sa regalare a Luglio. 



Il mio relax prosegue in spiaggia, mi addormento circondato da burqa e mi risveglio, sotto un sole bollente e con la faccia segnata dall'asciugamano, con di fronte la visione di un perfetto bikini... il sole fa malissimo, penso, e me ne vado in SPA, sauna, bagno turco, idromassaggio e rigenerato vado a stendermi in camera. 



Preparo lo zaino per domani, sarà il giorno del rientro in Israele. Mi aspetto controlli e domande ma neanche più di tanto. Mi ricordo che sarà Venerdì, domani, per cui giorno di Shabbat, la festa ebraica settimanale e loro la festeggiano di Stato, per cui se vorrò arrivare a Gersalemme entro domani sera, mi toccherà partire quanto prima; la frontiera il fine settimana apre alle 8.00, dalle 13.00 non circolano più bus quindi devo passare la frontiera e raggiungere Eilat, la città israeliana gemella di Aqaba che la guarda di fronte, entro l'ora di pranzo quando partirà l'ultimo bus per la cittá contesa. 

A questo punto doccia e andiamo a cenare subito, giacchè mi dovrò svegliare presto. 

Puntiamo al risparmio ma senza disdegnare il gusto, per cui dopo il ristorante Siriano dell'altra sera, oggi tocca a un posto frequentato solo da residenti, per cui... 
Si mangia molto bene seduti di fronte a un'affascinante moschea. 
8 JD in due. 
Stasera la voglia è di birra e prendiamo due lattine a testa da bere in struttura. Proviamo anche questa Petra Beer. 

In hotel per entrarci, come tutti i Resort in zona, bisogna passare un metal detector con controllo di noi stessi e dei nostri bagagli, ed é qui che ci avvisano che le birre vanno consumate fuori dal resort. 

Ah! La solita assurda precisione che non comprendo.
Gustando questa prelibatezza tutta made in Jordan, ci sediamo davanti al resort. 



Accompagnati da un luminoso spicchio di luna rientriamo per crollare, letteralmente, sui rispettivi letti. 

Domani sarà la giornata più dura e incredibile che mi potesse capitare.

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