Jerusalem... la Città Santa

30 Giugno 2018

Sveglia alle 6.30... in ostello una tipa russa o giu di li, inizia a armeggiare con buste e bustine... non si rende conto che scassa le ball... beh nonostante i miei "shhh" continua fino alle 10.00!!!
Roba da dirle ma chi cazz devi sistemà i diamanti???

Alla fine, con microsonni, decido che è giunto il momento di fare colazione...
mentre prendo cibo e mi siedo al mio tavolino, in una stanza adibita a colazione ma di passaggio per le stanze, la russa, capello corto, occhi castani, bassa, piedi tozzi e bruciati dal sole, me la ritrovo a fare avanti e dietro nella stanza colazione... un incubo molesto.
Sparisce solo alle 11.30!

Alla fine preparao tutto
Copro la mia handala con cerotti e esco.
Direzione stazione bus, passando per carmen market... adoro i mercati, danno il polso della città... e anche se oggi è completamente deserto per via dello shabat, fa sempre il suo effetto.

Il caldo è asfissiante e io proseguo verso la stazione... manca poco e mi avvicina un taxi di Jerusalem... mi chiama e mi chiede in un inglese preciso e soprattutto comprensibile se vado a Jerusalem... rispondo si e per 50 NIS, ovvero 10€, mi porta solo soletto nella Città Santa... 45' di comodità e freschezza.

Il taxista un uomo sulla 50ina, calvo con molta peluria al cuzzetto, barba incolta, occhialini e robustello, molto gentile prova a parlare con me in inglese... vado a rilento ogni volta che devo capire e decifrare ció che mi dice, ma lui è molto paziente e mi offre di portarmi a Betlemme il giorno seguente. Lui ha fatto il viaggio Jerusalem - Tel Aviv portando un padre e una figlia e piuttosto che fare il viaggio di ritorno da solo, cercava qualcuno.
Et voilà... zio Fabri!

Eccoci:
Jerusalem!

Il taxi mi molla poco lontano dalle mura della città vecchia
Sto per attraversare a piedi la porta di Damasco... vedo la cupola dorata del Tempio.... che emozione!





Entro nella citta vecchia attraverso la porta di Damasco... mi immergo immediatamente nel souk palestinese... profumi, colori, bambini, donne, un pout pourri di persone, di esistenze... di religioni... una donna induista mi sorride... un ragazzo palestinese mi fa passare... tra urla e cibo pronto... ormai son le 14 tutti si siedono a pranzo o prendono qualcosa da asporto, che puô essere il pane col sesamo o i dolcini... io?
Mi fermo non so neanche dove ... c'è un signore con bei baffi bianchi che prepara il caffè con usanza mediorientale... caffè turco... lo macina con la macchinetta manuale e poi per infusione su una fiammella lo scalda... il caffè è pronto.
Mi siedo in questo vicoletto del souk e non so nemmeno quanto tempo ci sto, mentre un ragazzino giá per 3 volte mi passa sui piedi con la sua bicicletta.
L'odore che proviene dal take away, misto a quello del mio caffè mi risveglia ricordi ancestrali e stimola la fantasia.




Ho preso dei cerotti grandi per coprire Handala... ma nel souk capisco ben presto che la mia non ha bisogno più di stare nascosta... sono circondato da effigi del pupazzetto.

Nel vagare raggiungo il luogo Cristiano più sacro in Gerusalemme: la Basilica del santo Sepolcro!
Qui finisce la via Dolorosa affrontata con la croce sulle spalle da Gesù; la chiesa nasce su quello che era il monte Golgota, una volta era fuori dalle mura cittadine, poi successivamente inglobato. Ed è che davvero si respira un'aria unica. Gente che entra e gira, su e giù.
Chiamata anche la Chiesa della Resurrezione, è una chiesa cristiana, costruita appunto sul luogo che la tradizione indica come quello della crocefissione, unzione, sepoltura e resurrezione di Gesù. Secondo la tradizione ortodossa, ogni anno, a mezzogiorno, durante la celebrazione del Sabato Santo della Pasqua ortodossa, vi si ripete il «miracolo del Fuoco Santo». 
Appena oltre l'ingresso si trova la Pietra dell'Unzione, che è ritenuta il luogo dove il corpo di Gesù venne preparato per la sepoltura. A sinistra si trova la Rotonda, sotto la più grande delle due cupole della chiesa, al centro della quale è posta l'Edicola del Santo Sepolcro.
Nel transetto di sinistra, di fianco all'ingresso della basilica, sopraelevata rispetto al resto della chiesa e raggiungibile tramite una stretta scalinata, si trova la Cappella del Calvario, o Golgota, ritenuta essere il luogo della crocefissione di Gesù.



Fa un certo senso vedere come i palestinesi pacifici e tranquilli svolgono la loro giornata ai piedi di queste torrette cariche di ragazzi e ragazze militari armati che non avranno poù di 20-23 anni.
Esco dal souk... porta di jaffa... un tortino con uova e acqua il mio pranzo...15 Shekel.
Siamo in shabbat quindi niente mezzi e solo ebrei che girano vestiti per andare al tempio o al muro del lamento, quindi a piedi vado in ostello e opto per un piccolo riposo.

Vengo svegliato dapprima da una ragazza bionda tedesca con corpo esile e ricci un po' stile paglia, si scusa per aver acceso la luce... "no problem!"
Si cambia ed esce... ridormo... e mi risveglio... stavolta vengo svegliato da un tipo simpatico americano sudato fino al trillice, che esordisce prima con "scusa ti ho svegliato accendendo la luce" e poi in italiano dicendo "sono un ragazzo americano"
Proviamo un dialogo che decolla a stento per via del mio pessimo se non che assente inglese ... poi scopriamo che entrambi parliamo spagnolo e allora ... via... mi faccio spiegare il suo viaggio. Sta tornando dai territori palestinesi, Hebron, Jenin, Ramallah e Nablus
Mi vesto nel frattempo ed esco.

Torno nella città vecchia ed entro dalla parte greco cattolica... rispunto alla porta di Jaffa. Trovo delle istallazioni e musica... non capisco cosa facciano e chi sia l'artista.
Ora la presenza della polizia israeliana è più tangibile. Non so se andare nella parte ebraica o tuffarmi nuovamente nel souk palestinese.

Alla fine decido per il quartiere Armeno... capisco che queste istallazioni, che troverò più avanti e di diverse, fanno parte di un evento: light in Jerusalem...18^ edizione.
Girando mi ritrovo vari check point israeliani... città blindata.
Arrivo dalla parte occidentale della spianata delle moschee... un check tipo aeroporto mi da accesso al muro del pianto... unico monumento sacro giudaico al mondo.
Qui è tutto così... strano oserei dire.
Visito il muro occidentale ... entrando da un check point.
E sono arrivato sotto. 
Ci si può muovere liberamente. 
Qui tra ebrei e mussulmani e cattolici ortodossi o latini, tutti gentili e rilassati. 
Ma la tensione si palpa. 
Come se fosse una calma apparente. 

C'è una divisione, uomini a sinistra e donne a destra, non pregano insieme. 
Nella grande piazza che guarda il Muro del Pianto ci sono queste due aree adibite a preghiera con un divisorio bel mezzo e sedie, tavoli, leggii e armadietti scaffalati che fanno da biblioteca a teste sacri, per lo più la Torah.  


Comunque dove è zona più turistica si mescolano un po' Israeliani e Palestinesi, ma poco. Per lo piú palestinesi a lavoro (gli ebrei fanno le stesse cose, vendono cibo per strada, e mi pare strano) 
Devo approfondire. 
Comunque si ignorano alla grande. 
Gli israeliani, a noi del resto del mondo riservano un trattano buono... non ho ancora visto la loro supponenza tanto famosa, anzi. 

Ma i mussulmani li conosco giá e sono come in marocco o altrove. 
Ospitali gentili e devi fare attenzione che ti fottono i 5 shekel. 
Commercio. 
Sopravvivenza. 

La città vecchia è divisa da Varie zone: Armena, Ebraica, Islamica, Cattolica, Ortodossa

Nel quartiere armeno confinante con quartiere ebraico, nella old city, guardando la facciata illuminata di una chiesa, noto il filo spinato che divide na strada larga nemmeno 2 metri. Primo assaggio di divisione.


Sono arrivato fino all'entrata per la spianata delle moschee e stavano uscendo una marea di muslim... la police israeliana presidiava la porta e non mi ha fatto passare... sotto sguardi rassegnati dei palestinesi dopo la loro preghiera che mestamente rientravano a casa... controllati nella loro zona... un carcere a cielo aperto. È questa la democrazia???

È molto tranquilla la situazione. 
Noi europei non abbiam nulla da temere. E i problemi di solito sono i giorni di preghiera che finiscono con i cattolici oggi, che comunque hanno altri siti come sacri più della spianata. Anche i molti gruppi di militari sparsi per la città sono, con noi occidentali, molto disponibili e garbati.  

Lo penso fino a che non mi smentirà un giovane militare che risponde con un tono tra l'altezzoso e lo scocciato alla seconda domanda di un turista. 
Gerusalemme è presidiata ma nessun pericolo nemmeno a girare in vicoli bui o vuoti, calcolando che la sera\notte souk e molti negozi anche ebrei so chiusi quindi si svuota.

Giro... osservo... penso.
Mangio.
Ho mangiato 2 felafel ebraici e un panetto con uva secca... e ho vagato. Ora fermo alla porta di jaffa a bere tea. E penso godendomi la vita della cittá.
Uscendo dalle mura della città vecchia, dalla porta di Jaffa, si imbocca Jaffa road, praticamente mi catapulto in una qualsiasi capitale occidentale. Piena di pub, bar, negozi e giovani a fare festa; del resto sabato sera  lo shabbat finisce.
I Bus hanno ripreso a girare al tramonto dopo lo shabat. Pulitissimi nuovi e funzionali. Come i migliori tram europei. Pulito nuovo luccicante e controllatissimo dentro e fuori alle fermate. 
La chiamano sicurezza i sionisti. 
I taxi sono bianchi e pulitissimi. Li guidano anche palestinesi, ma credo siano poche eccezioni. Come quello di stamane che mi ha portato qui da Tel Aviv. 
Le scuole, o college, hanno tutte i tornelli stile stadio Olimpico o San Siro per accedervi.

La citta nuova, ovvero quella parte ebraica é tipo una qualsiasi citta americana da film. 
Piena di voglia di vivere e aprirsi all'occidente in mezzo al medioriente dove tutti li odiano. 
Vivace... attiva... caotica. 


Ti sposti dal lato palestinese e buia (senza luce) con un popolo in silenzio che sommesso si rintana nelle proprie case.




Commenti

Post popolari in questo blog

Portare dentro quei sorrisi, le parole, gli sguardi, i visi ... Arrivederci Cuba!

Sincretismo e trasporti

Ciao Povery