Accoglienze lucane

08 Agosto 2018

Baragiano Scalo - Ruoti - Avigliano - Monte Carmine 

La sveglia me la da Don Federico e lo fa nel suo dolce modo rude, apre la porta e mi chiama con la dolcezza di un minatore. 
La colazione di Don Luigi rispecchia a pieno la cena e tutta l'accoglienza. 
Io stamane non mangio, prendo un tea al tiglio e un caffè al ginseng, ma quattro merendine le carico nello zaino lo stesso. 

Ieri sera fuori, sul sagrato, ho bucato e disinfettato le vesciche a molti. Cerco di scherzare con tutti, soprattutto rompere il ghiaccio com i ragazzi e ragazze non della mia parrocchia. 
C'è la coppietta di ventenni molto simpatici e gentili, lui studia ingegneria lei medicina, io li chiamo cip e ciop. 

Dopo ieri sera Don Federico mi "punta", vuole parlare con me e quindi dopo l'avvio sulla Statale fatto in gruppo recitando il Rosario, noi due troviamo lo spazio e il tempo per dialogare, complice anche lo sfaldarsi del gruppo accentuato dall'inizio della salita dopo aver deviato dalla Strada Statale. 



Ad un punto la voglia di caffè mi attanaglia, vedo una casa e una signora e dico "Federico che ne dici se chiedo spudoratamente un caffè? Non era Gesù a dire chiedete e vi sarà dato?". 
Intanto si era fermata Tiziana, che ci precedeva di pochi metri, a chiedere di poter riempire la borraccia alla fontana. 

Inizio a scherzare con la signora Maria che ci invita ad entrare nella sua proprietà e ci offre biscotti e succo di frutta, oltre al desiderato caffè. 
Si chiacchiera, si scopre che Maria ha parenti al mio rione; il momento è piacevole e anche le ragazze che si fermano con noi ne giovano. 

Più giù anche gli altri compagni di cammino trovano case che si aprono e ospitalità lucana. 







Riprendiamo il cammino con il piccolo sottogruppo formato da me, Don Federico, Tiziana, Antonio, Angelica, Sofia e Asia;
ben presto ci separiamo anche tra noi, ognuno ha il suo ritmo, il suo passo, il suo bisogno. 

Inizia un discesa che per molti è manna dal cielo, per me che soffro al ginocchio sinistro, invece, è tortura. 
Siamo in un boschetto dove la frescura la fa da padrone e costeggiamo piccole aziende agricole di famiglia, un buon tratto lo faccio solo con Francesca e ritroviamo Antonio quando riprendiamo a salire.




Da quest'altura vediamo Ruoti, ricordo che esiste una stradina sulla sinistra che scende fino alla "fiumara" per poi risalire dritta in paese, ma mi confondo e porto i ragazzi dove invece siamo bloccati da grossa vegetazione. Dalla strada asfaltata che volevamo raggiungere, Salvatore ci avvisa che abbiamo sbagliato. Risaliamo la strada e facciamo il semplice giro lungo, anche se siamo provati. Ancora una sosta al fresco, beviamo e ridiamo, passa una ragazza in auto e ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto, ci dice che la scorciatoia è più indietro, all'altezza della vecchia fontana in disuso, ma noi decidiamo insieme di proseguire ormai per la via normale. 
Si aggregano Sofia e Alba mentre io controllo il piede di Francesca; Alba non ci aspetta e tira con bel passo, il nuovo quartetto riparte insieme e si da nuova forza. Intanto Arianna via messaggi ci dice che è dietro di noi e non vuole stare sola, la spingo a raggiungerci dicendole che siamo poco più avanti. 

Incontriamo tre uomini al lavoro e chiedo per la villa comunale e soprattutto se posso tagliare da dove stanno creando una strada nella terra, mi dicono di si e dopo qualche battuta e due risate saliamo e entriamo nel paese di Ruoti. 
Un vigile ci indica la villa; 
Alba ci aspettava; 
Le signore volontarie del luogo sono alle prese con il nostro pranzo; 
Io mi lascio cadere al suolo e tolgo le scarpe. 
Sciacquo i calzini appena tolti e rimango in infradito, prendendo spunto dal gruppo dei giovani maschietti. 

Il pranzo è un bellissimo momento di accoglienza e condivisione che i nostri ragazzi meritano. Io mangio vicino a Don Rocco, parroco di Balvano originario del Congo, che prende due birre per l'evenienza.
Siamo serviti e riveriti dalle signore che ci hanno preparato anche tre ciambelloni e comprato dei dolci. Queste donne ruotesi sono simpatiche e iniziano a giocare con le battute che faccio loro e ne fanno loro a me, le risate si sprecano.  
Il caffè d'obbligo tra noi accompagnatori e pronti per ripartire... direzione la vicina Avigliano. 

Scendiamo a valle dove passa un fiumiciattolo accompagnati da due tredicenni e di li l'infinita salita fino a destinazione. 





Francesca è con me e tiriamo con grandi falcate. All'ingresso del paese ci raggiunge l'instancabile Sofia e insieme saliamo fino alla Chiesa Madre, poco dopo una telefonata ci avvisa che il ritrovo era più giu, a S. Giovanni. 

Ci accolgono con vassoi di pizza e bibite, siamo tutti stanchi, sfiniti e ci manca ancora il Monte del Carmine. Ne approfittiamo in tanti per lavare qualcosa. 

Arrivano anche i più piccoli e io ovviamente passo il mio tempo con David. Durante la messa nel piazzale antistante la parrocchia me ne resto in disparte e vengo assorbito dai miei pensieri. 

Ceniamo e siamo pronti tutti in gruppo per questa salita al monte in notturna con le lucine. 
Tutti lasciano gli zaini, che ci verranno fatti trovare a destinazione; io no, io il mio bagaglio di materialità, ma anche di domande e di pesi lo porto sempre con me, ogni istante, fino all'ultimo. 

Si vuole fare una sosta nella chiesa Madre, nonostante non proprio tutti siano d'accordo; appena partiti, neanche il tempo di prendere il passo e già ci fermiamo, oltre al sudore ormai asciugatosi addosso così facendo ci stronghiamo le cosce. 

La salita è suggestiva e spesso ne approfittiamo per spegnere le luci e goderci il cielo stellato nel silenzio dei grilli. I pensieri vanno in giro come schegge impazzite. 

Finalmente Monte carmine e non si va in doccia e in camere finchè non si prega la compieta. Nessuno segue le parole del parroco, tutti sono con i loro sguardi assenti. 
Andiamo nelle camerate, abbiamo letti stasera e due docce, per quanto rapidi andiamo in branda oltre mezzanotte. 

La giornata è stata pesante ma bella, anche oggi abbiamo incontrato gente speciale e accogliente con l'umiltà delle genti lucane. 

Commenti

Post popolari in questo blog

Portare dentro quei sorrisi, le parole, gli sguardi, i visi ... Arrivederci Cuba!

Sincretismo e trasporti

Ciao Povery