Dromomania... Una Pasqua in viaggio!


Quarto Giorno

La sveglia suona alle 6.15 ore locali... Fab si gira dall'altro lato!
Ormai sono ostaggio di Morfeo e nonostante la sveglia suoni e risuoni ogni 5 minuti, riesco a scendere per la colazione solo alle 8.00.
Il pasto principale della giornata è da Sultano... Non ci facciamo mancare nulla. Assaggiamo di tutto sia per curiosità che per resistere fino a sera.
E attorno lingue di ogni Paese, accenti diversi….. sembra di essere in un atlante geografico. Una famiglia indiana alle nostre spalle mangia in silenzio: ci colpiscono le donne dai sahari colorati e sgargianti. Accanto al nostro tavolo, quattro spagnole chiacchierano animatamente: la loro parlata è musica orecchiabile in mezzo a un melting pot di slang. Uomini col turbante, donne velate, giovani di colore, bimbi dagli occhi a mandorla: ci guardiamo attorno e abbiamo la conferma che viaggiare è molto, molto più istruttivo che leggere tappati in una biblioteca.

È il giorno di Pasqua e, dopo un veloce scambio di auguri telefonici con mamma, si lasciano i bagagli in custodia e ci si infila in metro... la destinazione è sempre la Dubai giungla ma, stavolta il centro commerciale che punto è il Mall of Emirates, dove si trova al suo interno la famosa Ski Dubai.
Già... Le piste di sci, bob e altri giochi-sportivi invernali, che in una zona di mondo dove non esiste l'inverno, dove si vive intorno ai 40 gradi, sono impossibili; per cui gli emiri hanno pensato di creare uno spicchiettino di Alpi sul golfo Persico.
Follia permessa solo da un consumo fuori misura dovuto a uno spreco di denaro senza precedenti.
Sono felice come un bambino a Natale e l'acquisto è dovuto. 

Mi rendo conto che è una cazzata totale e che tutto il modo di vivere che vedo qui non collima minimamente col mio pensiero socio-politico-culturale;
siamo in un posto assurdo, creato per lo sfarzo, il lusso, il superfluo, l'effimero, siamo in un posto dove quello che si butta, in termini di cibo, energia e quantaltro, potrebbe aiutare mezzo mondo e forse più;
questo è un posto dove o ti incazzi oppure, come ho fatto io, fai il cretino prendendo tutto alla leggera.
Sotto i 40 gradi vedere gente sciare a 4 gradi sotto lo zero fa molto strano.
I picci dei pezzenti arricchiti.
Già.
Perchè di soldi, lusso e sfarzo non c'è nulla al mondo come qui... e in termini di bassa cultura, anche.



Ultimo giretto tra i canali della giungla urbana e poi in metro direzione hotel, dove abbiamo lasciato i nostri bagagli pieni di leccornie per i nostri amici, più che di vestiti.
Bisogna sbrigarsi, perchè abbiamo due posti prenotati su un bus che parte alle 15.00, non molto lontano dal nostro hotel, per raggiungere Muscate, capitale Omanita.
Il viaggio da Dubai a Muscat fortunatamente non lo avevamo pagato al momento di prenotare.
Si... Fortunatamente, perché sotto un solleone e carichi di cose da portare, arriviamo davanti all'agenzia di viaggi da dove partirà il mezzo di trasporto, sudati e carichi come pinguini all'equatore e scopriamo che dovevamo arrivarci almeno 40 minuti prima!!!
La nostra prenotazione non esiste... il signore con cui parlai solo due giorni prima non c'è, anzi, sembra non esista... Assurdo... e il giovinetto arrogante e puzzolente non transige, non esiste prenotazione, non la vede e comunque anche se avessimo pagato, adesso il pullman è pieno.
Now the bus is full!!!
Oh no!
Io personalmente sono sudato e carico, ho fatto un Guinness World Record con le valigie dall'Hyatt Al Rigga hotel fino a questo ufficietto da pellicole polverose stile Clint Eastwood, pieno di pacchi e valigie impolverate con almeno una dozzina di uomini rimasti a terra, che proveranno a raggiungere l'Oman solo in serata.
Il pullman in partenza è bianco e sembra poco affidabile, è in pieno stile bus nel Burkina Faso. Ma comunque era l'unico mezzo disponibile... o almeno cosi credevo.
Non mi perdo d'animo.
Il prossimo bus parte alle 22.30 e si dovrebbe viaggiare di notte.
Pare non esserci alternativa….
Treni non esistono.
Un taxi costerebbe troppo.
Noleggiare di più.
Un volo nemmeno a parlarne.
Non è mio stile: amo attraversare le frontiere e gustare quel momento in cui hai passato il confine e sei al di qua….

Sembra non ci siano soluzioni... bisogna aspettare la notte.
Poi un tale ci dice che dalla stazione metro Abu Hail partono altri pullman per l'Oman, sono della compagnia Moslat Trav e oggi parte alle 15.30 - "non perder tempo - dice - prendi un taxi e corri".
Tassista rapido nonostante traffico e semafori; 10 minuti e ci siamo... non solo hanno posto, costano di meno e sono anche di gran lunga più gentili.
180 AED andata e ritorno per due... Meno di 45 €.
Faccio il biglietto e posso pagare solo in Dinari, che ormai non ho più. Mi dice niente card e niente euro, posso andare al piano superiore per il cambio.
Ormai il biglietto è fatto. Ho tempo per acquistare anche moneta Omanita, il Rial, in modo che stasera una volta raggiunto il sultanato ho qualcosina per piccole spese.
Cambio fatto... biglietto pagato... e dinanzi alla porta dell'ingresso metro, un pullman granturismo nuovo... rosso... Con i due autisti Omaniti, vestiti con un vestito lungo fino alle caviglie e con le maniche lunghe di colore bianco e senza colletto, il dishdasha, sandali di cuoio e il kuma, cappellino rigido ricamato a mano.
Lineamenti perfetti, dritto e lucente sorriso, ci danno il primo assaggio di Oman.
Sorridono e con tante gentilezza mi aiutano a mettere tutti i nostri pesi nel bagagliaio. Sorridono pure della nostra disavventura e ci invitano a rilassarci.

Nel bus ci sono solo uomini e poche donne, velate. Il nostro ingresso a bordo è seguito e scrutato centimetro dopo centimetro. E ancora, come stamattina in albergo, un vociare confuso di parole che non comprendiamo, di lingue ignote che rimandano a posti lontani, che un giorno, forse, chissà, visiteremo.
Il viaggio è davvero lungo... durante il tragitto su uno stradone nero contornato da deserto, il bus si ferma... Un autista scende per comprare della frutta da un venditore ambulante...
Zio fab che fa?
Ovvio... scende!
E soprattutto... compra!
Inizia la trattativa acquisto... Che con l'aiuto del conducente diventa più che favorevole alle mie tasche. Prendo un casco di banane mini e 3 mango, tratto, pago e saluto... Il venditore non ci sta... Riprende la trattativa e l'autista ci offre il resto che mancava da pagare. 


In un paio d'ore ci troviamo al confine EAU;
qui tra formalità per uscire dagli Emirati, passaggio nella terra di mezzo, la zona di nessuno e l'ingresso in Oman, si perdono quasi un paio di ore.
Raggiunta Hatta, ultima cittadina EAU, ci si trova il check point con il confine tutto transennatto con recinto verde e filo spinato, non mancano telecamere a 360 gradi.
Il bus parcheggia e gli autisti ci invitano a scendere, prima donne omaniti, poi le altre nazionalità. Sono gli stessi conducenti ad accompagnarci nell'ufficio per il timbro di uscita dal Paese. Si paga 10€ in uno sportello e il timbro di uscita in un altro di fianco, pratiche molto veloci e arrivederci.
Si ritorna tutti in pullman, non prima di aver usato i bagni del punto di confine Emiro. 


Forse 2 o 3 kilometri di strada contornata ai suoi lati di quella recinzione verde di cui sopra e siamo al check point Omanita.
Qui si perde più tempo.
Allo sportello presentiamo il visto pagato via internet e ricevuto via mail, 12€ circa. Nonostante chi entra dagli Emirati Arabi Uniti abbia il visto di ingresso gratuito per il Sultanato dell'Oman al suo arrivo in frontiera, noi abbiamo voluto rendere tutto più fluido e semplice, per cui lo abbiam richiesto 5 giorni prima e pagato.
Eccola la stamp... Visto di ingresso nel Sultanato. Lo osservo sul mio passaporto e, come sempre, sono felice come un infante davanti ai regali sotto l'albero di Natale. Chi mi accompagna, forse, lo è più di me. Di gran lunga.
Che soddisfazione riempire il passaporto di stamp. Soddisfazioni da malati di dromomania.
Si risale in bus fino ad una specie di casello autostradale. Stop. Si riscende e tutti noi passeggeri veniamo invitati a prendere i nostri bagagli per i controlli di rito.
Altro che metal detector... Qui si fa tutto a mano all'aperto!!!
Donne da un lato su un bancone con la poliziotta di frontiera donna e uomini da un'altra parte su altro bancone con due poliziotti maschi.
Aprono ogni valigia e rovistano, per la verità neanche con molta solerzia.
Come volevasi dimostrare a noi fanno aprire quella dedicata al cibo e il giovane poliziotto col basco verde nom sa che fare dinanzi alla latta da 3 litri di olio!!!
La sua espressione sembra dire: "ohimmè".
La mia pure. Lo sapevo. Che palle!
Chi viaggia con me invece non si scompone e quando arriva un superiore esclama: "problema? È solo olio di oliva". E infatti il maturo frontaliere conferma e ci sorride.

Con tutti i bagagli a terra in fila, e noi distanti qualche metro di fronte, è il momento del passaggio di un cane ad annusarli tutti... Speriamo nom alzi la zampetta e ci posci sopra!!!
È uno splendido esemplare di Labrador Retrivier nero. Buffo e dolce. Fa due giri e non sente nulla che lo attiri.
Fortunatamente.
Essendo un grande divoratore di cibo, il Labrador, temevo si soffermasse sui nostri pieni di taralli, olio, cioccolata, cacao, caffè etc etc etc
Invece ormai cerca solo droga per quanto lo hanno imbottito.
Bagagli al loro posto, viandanti sui propri sedili con le prime leccornie comprate in un bazar di frontiera, e si parte.
Superata la frontiera, eccoci... Siamo nel Sultanato dell'Oman!!!
La cittadina di Al Wajajah ci da il benvenuto.
Sono le 20 e viaggiamo senza sosta per altre tre ore buone. Stop per far scendere i passeggeri e si riparte. Tra risate, piccoli sonnellini, spuntini a base di frutta secca e di piccoli formati di parmigianini portati dall’Italia per le emergenze….. proprio uno di questi, forse per la foga di mangiare, in preda a calo glicemico, sguscia via dalle mani, scivola fuori dall’involucro e stile patriot missile terra aria, sorvola la testa di chi ci è seduto davanti e atterra sul pavimento, vicino allo zainetto di un viaggiatore. Il prezioso pezzo di formaggio andrebbe riposto nella spazzatura….ma complici fame e allucinazioni da caldo, decidiamo che vale la regola dei 5 secondi: dal sesto in poi scatta il contagio pestilenziale e batteriologico…… e quindi….. GNAM! Un solo boccone!
Situazione da Bridget Jones in salsa italiana.

Finalmente alle 23 raggiungiamo Azaiba, la stazione dei bus della compagnia Mwasalt.
Dopo tanta aria condizionata ci accoglie un vento caldo e un abbraccio soffocante della nostra dolce amica, che ci strangola e riempie di baci.
Siamo tutti molto felici e una volta a casa consegniamo il bagaglio e mezzo con i viveri, che sembra molto apprezzato.
Mentre mi concedo una doccia rigenerante e provo quello che sarà il mio letto, gli altri escono a prendere buon cibo arabo.
La cena è abbondante e molto gradita... mi mancavano questi sapori...
Baba ganush, purè di melanzane alla griglia con olio sesamo...
Bizar, miscela di spezie cardamomo cannella pepe e chiodi di garofano...
Mishkak, spiedini di carne alla griglia cn salsa speziata...
Khubz lubnani, tipico pane arabo simil focaccia
Biryani, riso accompagnato da carne e verdura.


Domani sveglia presto e piccolo bagaglio a spalla... Si parte per un giro di qualche giorno tra le meraviglie del sultanato dell'Oman! 



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