Nizwa... scalando l'entroterra Omanita


Quinto giorno

Il Benvenuto nel Sultanato.
Avendo spento il condizionatore che aveva reso vivibile la stanza, mi risveglio in un forno... ben svegliato in terra omanita! Infilo una t-shirt e vado al piano inferiore dove mi aspetta un buon caffè da moka italiana. C'è anche uno yogurt, presentato in una bottiglietta stile candeggina, che promette attività lassativa dopo la cena di ieri. E infatti... mantiene la promessa! Saliamo sulla Nissan Pathfinder e dopo averla caricata con il necessario partiamo per una tre giorni alla scoperta dell'Oman.


La strada verso Nizwa si snoda comodamente tra montagne brulle e prive di verde, mentre ai loro piedi vegetazione rada su terra che continuamente cambia gradazione di rosso. Ogni tanto si vede un villaggio dominato o da una piccola torre su un pendio adiacente o da un minareto. Il colore predominante è rosso ocra, le montagne che costeggiamo mi ricordano quelle del Wadi Rum in Giordania.


Dalla Capitale Muscat ci vogliono un paio d'ore per raggiungere Nizwa, quella che molti omaniti considerano la vera capitale del sultanato, per via della grande importanza che ebbe nella storia omanita. Anche la sua posizione strategica lungo le rotte commerciali ne fece presto la sede di molti regnanti. Nel 600 i reali della dinastia Al Jolanda si convertirono all'Islam di buon grado dopo la lettera del profeta Maometto e, da qui, l'ibadismo si diffuse in tutto l'Oman. Nizwa fu la capitale del Paese fino al 1100, dopo si alternó con altre città, dal 1970 per motivi politico-economici la capitale diventó Muscat, sede della più importante scuola coranica. Nizwa è famosa per i suoi pregiati datteri e per l'artigianato argentiere. Prima di arrivare a Nizwa una sosta a Misfat al Abreyeen, mentre ci inerpichiamo sulla catena montuosa del sultanato, è d'obbligo per ammirare il sistema di canali Patrimonio dell'Unesco.




I canali si chiamano Falaj, nella tradizione omanita, questa parola indica una canaletta scavata nel suolo nella quale viene convogliata l’acqua proveniente dalle falde freatiche o dai wadi. Il falaj tipicamente utilizzato nell’Oman è il termine generico per descrivere un particolare sistema d’irrigazione tipico dell’Oman e profondamente legato alla terra e alla storia di questo paese. Questo sistema viene alimentato dalle falde freatiche e semifreatiche, secondo un procedimento rudimentale, che non implica l’uso di macchinari, al servizio dell’agricoltura e di tutte le altre applicazioni possibili.




Tutto intorno il canyon con in cima un vecchio sistema cimiteriale. Il caldo è asfissiante e la gente è amabile.



Ci rimettiamo in cammino tra montagne rocciose bevendo Mountain Dew, bevanda gassosa famosa tra i giovani omaniti. I panorami sono particolari, il suolo è a tratti nero da sembrare granito ma, secondo Taz il nostro amico omanita, è solo terra vulcanica. Per strada gli incontri con dromedari e caprette sono normali, come da noi è normale incontrare dei cani. Questi animali sono docili e abituati all'uomo, tanto da farsi facilmente avvicinare.




Arriviamo in cima... Jabal Shams, che vuol dire montagna del sole. Aspettiamo il tramonto qui, stendendo un telo e campeggiando con un pic-nic in stile italo-omanita, ovvero mangiando lebanise dread, pane libanese, con puck, formaggio spalmabile omanita, innaffiamo con caffè fatto nella nostra moka su fornello da campeggio. Il nostro pane libanese fa gola alle caprette, le quali esagerano con la confidenza alzandosi sugli arti posteriori e poggiando gli anteriori al nostro petto in cerca del pezzo di pane. Il tempo speso qui è inspiegabilmente sereno, la natura mostra la sua potenza in silenzio. Tutto intorno a noi è montagna e canyon a strapiombo. Ci godiamo il tramonto distesi sul nostro telo in relax e amicizia.


Salutiamo le amiche caprette e saliamo sui sedili della nostra 4x4, direzione Nizwa. Ci accoglie un buon clima, con l'arrivo della sera si respira e arriva sempre una gran fame. Raggiunte le mura dell'antica città, scopriamo che il nostro alloggio per questa notte è proprio dentro la città antica. Fantastico! Parcheggiamo e in reception mentre sbrigano le nostre formalità ci offrono del caffé omanita con dei datteri... accoglienza Omani alla quale faremo l'abitudine.



Le nostre camere sono dentro vecchie case tipiche rimesse a nuovo. Sono ambienti molto accoglienti ma che soprattutto ci piacciono un bel po': il tempo è come se si fosse fermato e neppure il prepotente rumore del ventilatore e dell’onnipresente condizionatore riporta alla realtà. Appese alla parete ci sono delle brocche di terracotta, prodotto tipico dell’artigianato qui a Nizwa. Sdraiarsi un attimo sul letto per ritemprarsi è d’obbligo, soprattutto se guardando in su si possono ammirare i bellissimi soffitti in legno dipinti di un rosso vivace, secondo la decorazione propria del posto. Il recupero di queste vecchie case è molto riuscito e per quanto piccola, la stanza è davvero affascinante. Doccia dovuta e poi cena nel ristorante dell'hotel. Siamo in ritardo, la cucina sarebbe chiusa, ma il proprietario raggiunge noi e il suo cameriere e prende in mano la situazione... se ci accontentiamo della carne che c'è, ci fa mangiare. Diciamo di sì e alla fine non mi pare ci siamo dovuti proprio accontentare. Carne, hummus, baba galuch... e altro. Paghiamo una ventina di euro per quattro persone... Ridicolo. Giretto notturno per le strade di Nizwa... Qualche bimbo ancora per strada gioca con un pallone... Qualche negozio di stoffe ancora aperto... un anziano qui e là a godere del fresco dopo la calura del giorno. Risate tra noi... Prese in giro... Bei momenti... Il relax e la spensieratezza dei tempi migliori. Alla fine andiamo a riposare. Nizwa ci ha ben accolto... L'Oman, dal primo impatto in bus, ci ha mostrato genti affabili e cordiali. Andiamo a dormire in un posto che definirei da "Mille e una notte"... Il Nizwa Hermitage Inn.


Commenti

Post popolari in questo blog

Portare dentro quei sorrisi, le parole, gli sguardi, i visi ... Arrivederci Cuba!

Sincretismo e trasporti

Ciao Povery