Tra Obispo e Jet Lag
Il caldo umido non é amico del sonno, alla mia destra, nella piccola camera al sesto piano di un vecchio edificio che ci ha accolto ieri sera, c'è una finestra in stile coloniale con le imposte di un'epoca ormai lontana. Filtra la luce del sol dei caraibi, di fronte si estende l'oceano o meglio la baia de L'Havana nel golfo del Messico. Sotto, in fila sul marciapiede, c'è gente che chiede un visto all'ambasciata della Spagna. Sono in tanti a voler abbandonare il Paese. Santiago, il proprietario dell'appartamento, come da accordi ci fa trovare la tavola imbandita per colazione: pane tostato, miele cubano della valle di Vinales, succo di frutta fresco, ananas e mango tagliati, un panino con prosciutto e formaggio e un buon caffè nero cubano. Mangiamo di gusto con lo sguardo su Plaza 13 de Marzo e sul palazzo del governo provinciale con in bella mostra un bandierone nazionale immenso di Cuba: in cima la scritta "Patria o Muerte". Più in basso, vessi