Madaba e dintorni, tra religione, storia e amicizie

13 Luglio 2018

L'hotel è esattamente di fronte alla chiesa cristiana di San Giorgio, poco distante da essa la moschea, è caratteristico sentire il muezzin che canta chiamando alla preghiera e le campane fare lo stesso. 



Al terzo piano c'è una bellissima terrazza che da una vista non granchè, se non fosse per la chiesa, la moschea e la valle in fondo direzione ovest. 
Mentre faccio la mia abbondante colazione arrivano tre ragazze spagnole, hanno avuto un problema con il volo e sono arrivate a Madaba solo stamattina alle 5.00.
Non capiscono come avere un caffè e, sentendole parlare spagnolo, le aiuto dicendo che c'è solo quello in polvere. Madre mia! 



Iniziamo a parlare del più e del meno, in spagnolo faccio meno fatica, e mi dicono essere del bel paese basco; discutiamo di Palestina e Israele. 
Ma l'informazione migliore me la da una di loro, Petra by night solo le sere dei giorni dispari; ottima notizia. 

C'è veramente poco da fare qui, le cose da vedere, seppur interessantissime, si sbrigano in mezza giornata. 

Attraverso la via ed entro nella chiesa di San Giorgio famosa per il suo mosaico nella pavimentazione, che rappresenta la terra di palestina con un particolare carino, si notano dei pesci scendere il fiume giordano fino al Mar Morto e all'imbocco dei pesci fare marcia indietro; questo per simboleggiare l'assenza di vita nel bacino per via della sua eccessiva salinità. 






Appena in strada mi avvicina un sorridente tassista con kufiah sul capo e un arabeggiante tunica che mi chiede dove vado, come tutti come sempre; la mia risposta è il Monte Nebo, 10 JD oggi perché è venerdì, giornata di sconti. 
Accetto, anche perché circa 8 km a piedi non è cosa. 

Ride sempre il beduino e inizia a propormi giri su giri; 40 JD Nebo, luogo del battesimo di Gesù, un paio d'ore al mar morto etc... è un continuo per tutto il viaggio. 
Trattativa solo per il Monte Nebo, strappo 8JD. 
Si ferma dietro l'angolo a parlare con un tizio, lo carica e lo lascia a 200 metri. Questo lascia in auto un vassoio imbustato di pizza, deve portarlo a non so bene chi. 
Unisce l'utile al dilettevole. 



Per strada mi dice che mi porterà a visitare il museo della storia, è bello ripete, li potrò comprare souvenir e bere tea o caffè gratis. Non mi interessa ma lo lascio fare, metti che è una figata? 

Raggiunto il museo bisogna fare un ticket d'ingresso di 2 JD, dico all'amico beduino che il suo compenso scenderà a 6 JD.
Questo museo parla della storia giordana e sacra; sembra di entrare in un grande presepe, ogni stand una rappresentazione, ci sono le tre moschee sacre, Medina, Gerusalemme e La Mecca, c'è la torre di Babilonia, la Sacra Famiglia e cosi via. 
Per uscire si passa, come in tutto il mondo, per il negozio di souvenir. Mi avvicinano tre ragazze, resta solo una che parla spagnolo, bassina, sorridente, strabica, con velo rosa e mani curate, mi istruisce su quella che è l'arte della zona, dal mosaico a colorazioni di uova di struzzo con una tecnica simile al tatuaggio, dice.
Non compro nulla ma esco con un bracciale in regalo. 
Il tea, come promesso, arriva gratis e puntuale. 
Dico ad Ahmed che è quasi il momento di portarmi dove voglio andare, perché tanto non compro non ho dinari. 
Poco più avanti eccolo, un cartello che avvisa dell'arrivo al Nebo, uno dei più noti santuari della Giordania: il Memoriale di Mosè sul Monte Nebo. Situato a pochi chilometri dalla città di Madaba, il sito è proprietà della Custodia di Terra Santa dal 1932 e riveste una certa importanza non solo per i cristiani, ma anche per ebrei e musulmani, che considerano il patriarca Mosè come uno dei massimi profeti.

La Jordan Pass non serve qui perché la struttura non è dello Stato bensì privata, dei Francescani custodi in Terra Santa, 2 JD. 

Forte qui la presenza italiana, nel vialetto che conduce al sagrato si trova una scultura verticale di circa 3 metri, creata da Bianchi in memoria alla visita che fece qui nel 2000 Papa Giovanni Paolo II al secolo Carol Woityla.

Il monte è una sorta di balcone naturale che sovrasta la sottostante valle del Giordano e consente di spaziare con lo sguardo fino ai contrafforti di Gerusalemme, qui infatti secondo le Scritture Sacre Dio indicò a Mosè la Terra Promessa per gli  israeliti reduci dalla fuga in Egitto e dalla traversata del deserto del Sinai e del Neghev. 
Una terra nella quale egli non avrebbe mai messo piede, perché morì e fu seppellito sul posto.  
Il luogo esatto della sepoltura non è noto, ma una comunità di monaci si stabilì sul Monte Nebo, perpetuandovi la memoria di Mosè.

Ci sono mosaici ritrovati, un pavimento intero, in una stanza una serie si reperti che dimostrano gia la presenza, sul monte, di sacerdoti. 
Il sagrato è un piazzale/terrazza che affaccia sulla piana sel Mar Morto, 800 metri sul livello del mare, aggiungendoci che la piana sottostante è oltre 200 metri sotto il livello del mare si può immaginare il colpo d'occhio che da la veduta da qui. 
A fare da guardiano il simbolo del complesso del Monte Nebo, svetta  il "serpente di bronzo", un monumento in ferro battuto costruito da un altro italiano, il fiorentino Gian Paolo Fantoni, che ricorda un altro episodio della Bibbia quando Dio, in seguito alle lamentele per la durezza del viaggio nel deserto, manda fra gli Israeliti dei serpenti velenosi che mietono numerose vittime. Il popolo pentito si rivolge allora a Mosè affinché preghi il Signore di allontanare i serpenti brucianti. Dopo che Mosè ebbe pregato, Dio gli ordina di forgiare un serpente di bronzo e di collocarlo in vista del popolo: chiunque fosse stato morsicato dai serpenti velenosi, si sarebbe potuto salvare solo guardando verso il serpente di Mosè. Per i cristiani il serpente di bronzo è simbolo di Gesù innalzato sulla croce, segno di salvezza per chi a lui guarda con fede, infatti Fantoni crea un'opera che riprende proprio una croce. 

Dentro la chiesa è povera, in pieno stile francescano, sui resti ritrovati di un'antica chiesa è stata ricostruita l'attuale tutta in legno, senza modificarne grandezza e struttura tant'è che sono presenti e ben conservati i pavimenti e le pareti con i mosaici. 
Molto easy il luogo sacro e a me piace tantissimo. 

Fuori mi fermo per un tempo illimitato a guardare la Terra Promessa e a riflettere.... si vede Gerico, il Mar Morto, il lago di Tiberiade, la valle tutta fino alla cupola di Al-Aqsa a Gerusalemme... tutto cosi emozionante. 
Dietro di me un carrozzino con bambino a bordo parte e prende velocità nella piccola discesina che dall'ingresso della chiesa porta al sagrato e si ribalta... bimbo in lacrime... il papà ride! 
Muah...
Non si capisce se lo ha lasciato andare lui o è partito da solo... fatto sta che il piccolo urla, forse più per lo spavento, e lui ride, parla con la moglie e ride. 
Chiedo se è tutto ok e la risposta, ridendo, è affermativa.

Nell'andar via ho ancora tempo per osservare gli ulivi tutti attorno al monumento e noto, grazie a una targa, anche quello posto da Woityla a simboleggiare la pace tra i popoli. 

Esco... il mio beduin driver sorridendo mi dice he sono stato il doppio di quanto mi aveva detto... e quindi? 
Mi sottolinea "no problem". 
Ridiamo e scherziamo e torniamo a Madaba. 
Ho un pomeriggio intero, che risulta essere anche eccessivo, per visitare la zona archeologica in pieno centro a due passi dal mio hotel. 

Facciobmmm............................
Z.............. z...........

Finito il giro mi rilasso dapprima al bar ristorante di fronte San Giorgio al primo piano, tea immancabile e fatoush, in seguito sulla terrazza dell'hotel 2 metri più in là. 

Il proprietario/direttore mi scrive come fare domani per raggiungere il Mar Morto, a piedi fino al piazzale dei bus 800 metri circa, poi bus fino a Karuma e da li proseguire in taxi. 

Mentre scrivo e sorseggio l'ennesimo tea della giornata e di tutto il mese... birra dove sei? ... 
torna il proprietario e indicandomi un tizio alto, magro, con lunghi capelli biondi attaccato ad un PC mi chiede se voglio andare con lui in taxi sul Mar Morto, 25 JD totali da dividere in due. 
Ottimo! Per 12,5 JD risparmio sbattimenti di cui domani non ho proprio voglia, ci sarà tempo e modo per provare ancora l'evrezza del viaggio in mezzo pubblico giordano. 
Accetto. 

Faccio un salto in strada a prendere la miglior shawerma di Madaba ma credo di tutto il medioriente, patatine e acqua più una sprite, 3,5 JD !!! 
Lusso. 

Torno in terrazza a cenare, perché si sta veramente d'incanto con un leggero venticello che a volte ti aiuta a respirare e il capo mi avvisa "10 JD a testa, va bene?" ... "cavoli se va bene. Grazie". 

Ce la ridiamo io e il crucco biondo, mangio, mi rilasso pensando a domani, pensando a Petra.

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