Per mille strade

Per mille strade

06 Agosto 2018

Il viaggio in Terra di Palestina con la sua estensione nel Regno di Giordania è ormai finito da un paio di settimane, ma è ancora forte in me la sua presenza. 

Il tempo di rientrare in Italia che già sono pronto per un altro viaggio, un po' differente, più spirituale se vogliamo, ma con la compagnia che preferisco, ragazzi e ragazze adolescenti. 

In occasione del Sinodo dei Giovani voluto dal Papa, con una ventina di giovani iniziamo un cammino per le strade della Basilicata. Insieme a noi un gruppo di diciassettenni dell'oratorio Don Bosco. 
Il ritrovo per me è in casa famiglia dove mi aspettano i miei cari amici, Elena e Nicola, e alcuni dei ragazzi e delle ragazze che cammineranno con noi.   
I giovani sono entusiasti e un po' spaventati non immaginando cosa li aspetterà. Ieri abbiamo fatto un incontro di preparazione, con gelato annesso, e abbiamo potuto costatare il loro stato d'animo. 

Alle 8.35 carichiamo gli zaini sul pullman che ci porterà tutti a Castelgrande, da li inizieremo il nostro cammino. 

Sembra io sia il più esperto di camminate qui. 

A Castelgrande ci accoglie un vigile che ci accompagna in Cattedrale dove il Vescovo tiene una messa per la Vergine di Fatima e per i pellegrini che si stanno mettendo in cammino verso Roma. 
I ragazzi sono euforici e sorridenti, grazie a loro e alla loro età è sempre tutto più facile. 

Alla fine della celebrazione eucaristica, la comunità del piccolo borgo lucano ci offre un pranzo che non è proprio al sacco come sapevamo; pasta, pizza, rustici, arancini e un mondo di panini. 
Nella piazzetta antistante il sagrato, sotto un forte sole, ci nutriamo come se non ci fosse un domani. 


A fine pranzone rientriamo per il primo timbro sulla credenziale del pellegrino apposto da Don Pino, parroco di casa, il quale ci spiega un po' anche la Copia della Sacra Sindone che ha in chiesa. 

Pronti? 
Nemmeno per sogno, fuori la comunità ha preparato uno spuntino, anguria per tutti. 
Uno zucchero questo frutto... ovviamente siamo in Basilicata, prima di partire ci regalano anche delle bottigliette fresche di acqua. 
Il caldo è forte e l'orario non aiuta.
Ci mettiamo in cammino ma per andare a visitare "la casa delle farfalle", un parco dedicato al sommo botanico castelgrandese Guglielmo Gasparrini, creato con fondi pubblici (quando i soldi della comunità vengono ben spesi) dove si fanno nascere le farfalle e poi messe a vivere in una cupola con ambiente ideale. 


Da qui ritorniamo indietro per prendera la strada che ci condurrà a Muro Lucano, nostra meta di oggi. 
Il Sindaco di Castelgrande, buon apicoltore (mi ha mostrato le arnie didattiche che usano per le scolaresche), ci accompagna con il suo entourage; 
prime disquisizioni sulla strada da prendere, Don Carmine parla della strada del grano, gli altri sono scettici, io ascolto e osservo. 
Scendiamo fino alla Contrada Pannicaro passando per la chiesina di Santa Maria di Costantinopoli, durante la lunga discesa il gruppo inizia a disgregarsi, io sento il desiderio di stare un po' in mia compagnia e dopo le chiacchiere e gli scherzi del primo tratto prendo il passo-pensiero. 



Supero anche il trekker Manuel, che ha un gran bel passo, e arrivato alla fine della strada senza aspettare nessuno opto per la strada a sinistra entrando nella contrada Pannicaro fino all'altezza della Trattoria che prende il nome dalla contrada stessa, da qui uscendo dalla strada scendo a destra imboccando un vecchio tratturo che si inoltra tra la vegetazione e soprattutto mi regala bei momenti di pace immerso negli alberi che offrono riparo dal caldo pomeridiano. 
Il tratturo inizia rapidamente a salire fino a sbucare sulla strada statale, lo soffro un po' ma gambe e fiato so o presenti. La statale con un paio di curve, contornate da antichi accessi a case private, mi porta al cimitero; evito di proseguire e giro per la Contrada Cappuccini dove c'è l'omonimo conventino, si passa dinanzi a una graziosa chiesina.


Il mio stato d'animo è più sereno ed entrare in paese mi tira fuori un sorriso, via Contigua Raia conduce sul belvedere Torrione, la vista dall'alto è eccezionale, oltre al paese in basso spostandosi sul piazzale del Castello si possono vedere le profonde gole dell'Appennino Lucano e tutta la piana. 

Cammino ammirando uno dei paesi presepe della Basilicata, quel posto dove se incontri un fruttivendolo con il camioncino e gli chiedi il prezzo di una pesca, lui te la regala, una regione dove ancora regna la semplicità e l'accoglienza. 






Piccola sosta in Cattedrale per ringraziare e scendo nella piazza centrale dove credo alloggeremo, infatti una volta seduto a uno dei bar ascolto le conversazioni tra persone fuori la chiesa di Sant'Andrea Apostolo che ci stanno aspettando. 
Arriva il resto del gruppone che ha fatto un giro un po' troppo lungo, arginando il paese e risalendolo dalla parte opposta. 


Tiziana arriva sfinita e con macchie rosse sulle gambe, ha bruciori. L'accompagno nella farmacia della piazza e mentre disquisiamo con la farmacista su cosa è meglio fare, lei ha un mancamento, la sorreggo e aspettiamo che si riprenda. 
Mentre noi ci prepariamo a visitare il castello con Chiara una guida del posto, inizia a piovere; nell'attesa i ragazzi dell'oratorio salesiano intrattengono con un gioco, io salgo dove alloggeremo per la notte per medicare il piede di Sofia e prendo il mio giubbottino per la pioggia, Tiziana va a farsi vedere le gambe da un medico.
L'euforia si impossessa anche di me. 
Durante la visita alla cattedrale e ai suoi sotterranei inizia un grande acquazzone. 

Al nostro rientro i ragazzi della parrocchia ci fanno trovare una buona cena a buffet, ci laviamo a rilento in quanto abbiamo solo due docce e co riuniamo per il primo momento di condivisione del cammino. Compieta e sistemazione nelle stanze, tutti a terra mentre io con Don Carmine e Don Federico dei salesiani approfittiamo di tre materassi in una stanzina. 
La domanda pre sonno che ci facciamo è "ma russate?"... la risposta unanime è no... vedremo. 

Come inizio è stato ottimo, la compagnia ovviamente è la migliore che si possa avere, i più giovani riescono sempre a farti stare meglio con la loro spensieratezza e voglia di vivere. 

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