Il Paese della Derapage

~ IX Giorno ~

Risvegliati nella città azzurra alle 5 dal Muezin della moschea di fronte alla finestra della camera. Oh yeah!!!
Almeno cambiamo sveglia rispetto alla vicina e i suoi spostamenti di mobili al mattino.

Doccia e via a fare colazione per le viuzze blu. Qui viene voglia di fermarsi in ogni vicolo, sedersi e coccolare uno dei tantissimi gatti che popolano la città e il Marocco intero. 

Due frullati, mela, banana, avocado e altra frutta fresca, un po' più avanti due tea marocchini stracolmi di menta e qualche dolcino arabo, con noci, mandorle, miele, arachidi e datteri.  Non si spende 10 euro.

Oggi cerchiamo dei francobolli, per spedire come nostra consuetudine le cartoline... non troviamo nulla e allora si rientra in Riad sia per prendere i nostri preziosi e, ormai, pesanti bagagli sia per pagare la notte.

Ahi!!!
I dhiram sono quasi finiti... Ne mancano 30 per la cifra concordata, l'equivalente di 3 euro.
Il nostro pidocchioso albergatore si offre di accompagnarci a prelevare. Sconto non è ammesso.
Alla fine si risolve con PayPal direttamente dal  conto.

Sotto la porta Bab Souk il pesce, maggiormente triglie, è in bella mostra mentre e il pescatore ne pulisce alcune, un giovane gatto aspetta seduto impaziente la sua ricompensa.

Ci incamminiamo fino a Rue Atlas dove ci sono i gran Taxi collettivi. Partono solo quando sono pieni, sei posti in tutto, 70 dh a posto; se vuoi partire subito ti basta pagare anche i posti vuoti e si va. Non è il nostro caso, il nove posti è già quasi completo, due egiziani e due marocchini, uno va dalla sua ragazza a Tangeri. C'è anche tempo per i francobolli,  acquistati per noi da uno che ieri voleva venderci marijuana... ormai quando ci vede diventa la zecca di Fab. 

Il viaggio dalla città blu di Chefchaouen a Tangeri è letteralmente di merda. 
Dopo due ore di corse, rincorse e derapata, raggiungiamo, finalmente, Tangeri e... il pilota decide di abbandonarci lontano dal centro, in mezzo ad una rotonda. Questo ci innervosisce e Fab non gliele manda a dire, anzi, un altro taxi appena sopraggiunto vede uscire l'autista e un passeggero dal mezzo per evitare che Fab lo pieghi in due. 
Questo nuovo tassista si offre di accompagnarci fino alla stazione, accettiamo. 

Oggi Fab non sta per niente bene, mal di testa sempre più atroce e la gola in fiamme. Ci incamminiamo verso la spiaggia dove vorremmo solo fermarci a bere qualcosa di fresco e riposare... Fab sente la febbre!!! 

Camminando e confrontandoci fra noi su quale locale prediligere, da una paninoteca si affaccia un ragazzone con barbetta curata, moro, e ci chiama. Ha notato la bandiera della Palestina sullo zaino e Handala tatuata sul braccio. Esce dal locale e  correndo ci viene incontro. Ci abbraccia e dice di essere palestinese, ma ora vive negli USA.  Decidiamo di fermarci in questo posto. 
Sorrisi e pacche mentre Fab si regge a malapena in piedi. 
Il tempo di sederci e usare il bagno, che il nostro nuovo amico palestinese si avvicina e ci offre il pranzo. Lascia per noi l'equivalente di 12 euro e battendo la mano sul petto in segno di riconoscenza, ci saluta. 

Stupiti e sorpresi lo salutiamo affettuosamente anche noi, non senza aver scattato una foto e aver chiesto il suo contatto facebook. Quando va via e consumiamo il nostro pasto, con una spossatezza che aumenta sempre più e l'ormai perenne compagno, il mal di testa. 
Usciamo e fermiamo il primo taxi... direzione aeroporto. 
Siamo molto dispiaciuti di non aver visitato Tangeri e di non aver potuto godere della bella spiaggia dove pascolavano dei cavalli. 

In aeroporto tre ore prima, come consigliatoci, troviamo banchi chiusi e accesso doganale anche. Tutto pare dormiente. 
Attendiamo come altri compagni di volo fino al momento di entrare in aereo. E ci accorgiamo con rammarico di aver perso il bastone da selfie che tanto onore ha guadagnato sul campo! 
Deve essere rimasto nel primo taxi mentre urlavamo e minacciavamo di chiamare la polizia.
Uffa! 

Il volo di ritorno non è dei migliori, lo passiamo a dormire abbattuti dal mal di testa. E a coprirci contro le temperature siberiane da aria condizionata calibrata come fossimo esquimesi.

All'arrivo ci aspetta una nottata in aeroporto accampati, fino all'alba, quando prendiamo un bus per la stazione e finalmente il treno per casa. Il primo treno, infatti, è alle 6. Prima nn c'è nulla. I treni notturni pare nn viaggino da un po'! Benvenuti!

Il Marocco è sempre una garanzia ma questo viaggio rientra tra i più affascinanti della nostra vita.
Abbiamo incontrato gente del posto con cui è nata una cordiale amicizia, ci sono scambi di messaggi e invii di foto come accade tra chi ha tanto in comune. E poi i compagni di viaggio, le ragazze sudamericane, le guide berbere, la coppia di italiani del giardino Majorelle.
Volti che non sappiamo se rivedremo ma che hanno contribuito a rendere bello questo viaggio.
Ma soprattutto sono stati stupendi gli odori, i colori, i sapori di questo posto meraviglioso di cui parlavamo quando ancora non sapevamo nulla l'uno dell'altra.
Un luogo che è un po' un destino, perché è stato immaginando una vacanza tra le dune del Sahara e a zonzo nel souk, che abbiamo fatto le 4 del mattino a chiacchierare fitto fitto. 

Un altro viaggio nell'astuccio dei nostri sogni....In attesa del prossimo che ci porterà a.....

Rimanete sintonizzati! Non ve ne pentirete!
Grazie per averci seguiti, alla prossima puntata!

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