Alsazia Tres Jolie

Dopo una colazione frugale assai diversa da quelle che ci vedono impegnati almeno 3quarti d'ora, lasciamo Strasburgo.
Mezz'ora di strada dritta e senza intoppi, ci conduce a Obernai, un paesino non inserito nel circuito di quelli assolutamente da non perdere, ma che a noi piace molto.

È piccolo, molto piccolo, tutto sviluppato attorno alla piazza, con tanto di fontana ed edificio medioevale.
Poco più distante due chiese e un quieto cimitero, che non mette né angoscia né tristezza. 

Camminiamo lungo la strada principale e poi di lì rotoliamo lungo vicoletti che si aprono all'improvviso e alcuni dei quali sono senza uscita: ovunque decorazioni natalizie alle finestre, agli abbaini, alle porte, agli scruri dai colori pastello.

In uno di questi vicoli ci imbattiamo in un antiquario. O meglio, un collezionista. 
Nel suo negozio che offre un assaggio della mercanzia lungo la stradina, qualunque oggetto vi venga in mente, del passato più o meno lontano o più o meno recente, lì c'è.

Zeppo fino all'inverosimile e tuttavia con un certo criterio e ordine nella classificazione, Jean-Luc il proprietario dalla faccia simpatica e le gote rosse,  un ometto basso con piccola panzotta costruitasi probabilmente dal buon vino alsaziano, che immaginiamo con la sua barbetta bianca e la sua risata dopo il lavoro intento a degustare un buon Riesling al café della stradina chiusa invasa dalla sua merce, si muove con grazia tra scaffali, mensoline, scatoloni e ancora lampade, libri, trenini, macchinine, vestiti, oggetti in pietra , terracotta,legno, gioielli, suppellettili varie.

Vorremmo comprare tutto, tutto, tutto. Ogni oggetto ci chiama, ha una sua storia, un suo passato. Quali mani lo hanno costruito? Chi lo ha usato? Da dove viene?

In fondo, aggirarsi per i mercatini dell'antiquariato o comunque in botteghe di così forniti collezionisti è una sorta di gara con il passato, un giallo in cui noi moderni dobbiamo tentare di vincere la risposta esatta ai nostri perché, da oggetti non parlanti.

Alla fine, la nostra attenzione è presa da una vecchia lampada a olio di colore rosso made in China, vecchia di almeno 70 anni. una rarità! 
In un cesto notiamo anche delle mini botti di legno ormai introvabili. I segni del passato sono ben visibili su tutte, scegliamo quella meno malandata che già immaginiamo di collocare in un angolo del nostro appartamento. Il Volapoveri, come di consueto, non permette di portare con noi i nostri acquisti e siamo costretti a ricorrere alla spedizione che il buon Jean Luc ci prepara sotto i nostri occhi, non senza averci chiesto di avvisarlo quando il pacco sarà arrivato in Italia.
Lo salutiamo felici, scattiamo ancora un paio di foto e riprendiamo la strada, direzione Haut Koenigsbourg, un castello del XII secolo costruito dagli Hohenstaufen, famiglia di origine del nostro amato Federico II di Svevia, che amava la Basilicata!

 Il castello é una vera sorpresa, ad oggi uno dei più belli che abbiamo mai visto. Gli interni sono curati, il castello é stato ricostruito dopo aver subito gravi danni durante la guerra dei 30 anni. 

Il posto strategico a controllo delle vie di commercio dell'Alsazia lo ha reso molto importante. 

È una vera chicca, che consigliamo di visitare a chi vuol vedere come si viveva al tempo di Guglielmo II, che fino al 1919 si occuperà personalmente del castello.

Il pomeriggio scorre piacevole e sereno, le menti si addormentano in un sogno fatto di reali e cavalieri, di cuoche e lavandaie, immaginando cene o strenue difese dai nemici.

Riprendiamo il cammino, scendendo da questa altura tra alberi da lungo fusto e un tramonto molto forte. 

Iniziamo ad affrontare la strada dei vini, Ribeauvillé merita una sosta, ma noi abbiamo una serata da festeggiare nel paesino dove è stata ambientata la celebre favola de La bella e la bestia: Riquewihr.

Arrivati, ci fermiamo alla porta di accesso al paese storico, un divieto di transito ci blocca. Una lunga iscrizione in francese dice qualcosa, nel mentre traduciamo un uomo basso, tarchiatello e con barbetta (so tutti uguali sti alsaziani?) si avvicina al finestrino e impregnandoci le narici del suo dolce alito che sa di gwestraminer, si propone di accompagnarci in hotel,  salendo in auto e sedendosi dietro. 
ok! 
Sale, ci dice che si può accedere se diretti agli alberghi e ci conduce ripetendo e alitando "go go". Una volta fermi nel parcheggio dell'albergo, il tizio ci sorride, ci invita a spegnere l'auto e ci saluta dicendo che ora può tornare a casa.
Gentilezza inaspettata.
L'hotel de la Couronne é una tipica struttura alsaziana, scale a chiocciola strette, in pietra, camere tipiche, piccine e basse, arredi semplici che richiamano i tempi medievali ormai lontani e molto calde.

Ci prepariamo bene bene per andare a cena... Au Cerf é uno dei tre ristoranti rimasti aperti in paese: sono gli ultimi giorni, poi Riquewihr e tutti i borghi vicini, si fermetanno per il loro meritato riposo, dopo mesi di intenso lavoro tra viti, vini e turismo prenatalizio.
É un posto vintage dove si mangia solo cucina alsaziana e si bevono i vini della regione, ovviamente.

Annaffiare tutto con una bottiglia di Pinot Gris di una cantina di Hunawihr ci sembra l'essenziale e qualcuno tra i due pare abbia perso l'abitudine all'astemia...

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