Colmar e la strada dei vini

Un lento risveglio. 
Iniziamo ad accusare la stanchezza di tutta la strada percorsa in lungo e in largo.
Suona la sveglia ma la spegniamo e ci giriamo dall'altra parte... Ancora un'oretta e saremo operativi.
Salutiamo la minuta Fabienne, una donnina con corti capelli a spaghettini, e il marito, che ci confidano di essere molto stanchi di questo lavoro che portano avanti da anni, soprattutto perché non riescono a trovare giovani interessati al settore della ristorazione e dell'accoglienza.
Dunque, tutto il mondo è paese e ovunque le persone over anta dicono male dei più giovani visti come scansafatiche e per nulla desiderosi di accettare lavori pesanti.

Colmar è senza dubbio la più famosa delle città alsaziane. Ma proprio per questo è assai piena di turisti, molti dei quali italiani rumorosi con al seguito torme di giammerdini urlanti.

Cerchiamo parcheggio ma pare tutto a pagamento. Alla fine troviamo un buchetto non lontano dal centro e un gentile alsaziano ci informa che il posto auto è gratuito fino alle 14.00, per cui abbandoniamo il mezzo meccanico e torniamo dopo dopo, per pagare il ticket: l'attesa é lunga, tra Fab che si incaponisce nel cimentarsi con l'app francese del parcheggio (é Easy!) e una ragazza che alla colonnina ci mette una vita per pagare ricoprendo il tempo di scuse e non si sa bene cos'altro in francotedesco, mentre noi rispondiamo in potentino... colorito appunto!
Meeeeena lazzzziaaaaa! 

Ci accoglie la piccola Venezia, cosiddetta per i canali e i ponticelli che fanno di questo angolo, lo scorcio più fotografato di Colmar.

Visitiamo il duomo, molto grande e con all'interno diversi presepi. Alcuni con personaggi a dimensioni quasi umane. 

Sosta per francobolli e poi, dopo ancora qualche foto, andiamo in cerca di un posto per mangiare. 

Le guide turistiche suggeriscono di provare il mercato coperto, affacciato sui canali e molto pittoresco.

Andiamo curiosi e in effetti gironzoliamo tra banchi di frutta, formaggi, carni, prodotti da forno, piatti vegani, dolciumi.

Ci piace tutto, il mercato è pulito e ordinato ma cerchiamo un angolino più riservato e tranquillo, per cui torniamo nel dedalo di viuzze ricoperte di ciottoli circondate dalle case a graticcio.

Un ristorante che ci piace ha già chiuso, un altro è al completo. C'hanno tutti fame!!
Lo stomaco vuole mangiare tedesco e ci dirigiamo a un grosso pub che offre un menù franco alemanno. Il suo nome fa tornare alla mente momenti e cibi di Tubinga.
Infatti optiamo per piatti della tradizione germanica, con spaztle e würst. Slurp!

La sala ha il soffitto basso e con la classifica decorazione a graticcio, con panche in legno e lampade che sembrano antiche.
Accanto a noi una coppia di signori greci. Scambiamo qualche parola, chiediamo info sui loro piatti che sembrano invitanti e spieghiamo che amiamo la Grecia, che l'abbiamo visitata più volte e che ci siamo stati anche di recente.
Lo zio pare un po' meno sveglio della moglie, più gioviale e attenta, che lo cazzia tra il serio e il faceto perché scambia Lucia, di ritorno dalla toilette, per la cameriera! Risate generali quando capisce l'errore!  
E nonostante tutto ordina un altro boccale di birra.
La moglie continua a inveire e immaginiamo gli dia del CIUTAGLIONE in greco! 
Anche in questo caso ogni mondo è paese!

Con la pancia piena, decidiamo che é il momento di dirigerci verso Eguisheim, altra perla dell'Alsazia.
Prima, però, scopriamo che anche Colmar ha il suo Mannekenpis, la celebre piccola statua del bambino che fa pipí, di Bruxelles. 
Opperbacco!!! 

 
Da curiosoni quali siamo, ben presto scopriamo l'arcano. La statua venne donata da un artista belga alla città di Colmar per l'anniversario della liberazione, per sottolineare lo stesso spirito antialemanno che ha contraddistinto gli uomini fiamminghi e alsaziani nel contrapporsi al nemico crucco, sugellando così una sorta di gemellaggio.
Ed ecco che anche oltre agli ottimi vini, la città delle cicogne ha anche il suo bimbopis.

Sosta brevissima alla rotonda con la copia in dimensioni ridotte della statua della libertà, donata dalla Francia agli americani e qui riprodotta.
Foto di rito e via verso il tramonto.

Che Eguisheim sia un' altra chicca di villaggio lo si capisce subito, anche se ormai é l'imbrunire.

Non fa tanto freddo e le viuzze sono vuote.
Ancora qualche cantina é aperta per fare degustare ognuno dei prodotti dei propri vitigni... Pinot gris e noir, muscat, gewnstraminer, riesling.

É una danza di sapori tra naso e palato.
Passiamo da una cantina ad un'altra (che detto così fa tanto A.A.A. alcolisti anonimi alsaziani!): tutti sono gentili e tutti pronti a riempirci il calice.

Troviamo quasi per caso, nel buio del villaggio già dormiente, una cantina dove ci accoglie un giovane biondino tipicamente francese. Lui passa le giornate tra serre e vitigni, ci dice. Ci versa il nostro preferito... Pinot Gris. Troviamo tra i tanti quello che più allieta i nostri palati: un vendage tardive del 2016. Uno sguardo tra noi per decidere di comprare una bottiglia per la cena.
E vai con l'avvinazzamento!

Ci ritiriamo nel bello e famoso Hostellerie du Pape, una struttura datata e tipica che richiama ciò che Enguisheim é: la città dei Papi. Diede infatti i natali a Papa Leone X ... o IX ?  Perdonateci, i fumi dell'alcol ci annebbiano la memoria.

La serata é di solo relax e sistemazione bagagli.
Ahinoi! La vacanza volge al termine...
Abbiamo però il tempo di aprire la nostra Galette des Rois, una torta delizia di grandi e piccini, preparata per l'Epifania per ricordare i tre Re magi . La si trova in tutte le patisserie e ce n'è di tutti i formati: dalla più piccola alla più grande per mangiarne più fette. Noi noi essendo soltanto due scegliamo la più piccola e per la modica cifra di €6,50 abbiamo la nostra Galette.

La apriamo emozionati in albergo facendo attenzione a tagliare le fette per scoprire chi dei due vincerà la sorpresa collocata all'interno dell'impasto proprio come se fosse un uovo di Pasqua. Ecco svelato il motivo dell'amore che i bambini hanno per la Galette che oltre a essere molto buona regala loro attimi di pura adrenalina. È come se non bastasse di aver trovato la sorpresa il vincitore può indossare una corona di cartone che viene consegnata in pasticceria all'acquisto della Galette.

A noi tocca un piccolo superman alto meno di 2 cm eppure perfettamente riconoscibile nella sua iconografia.
Ancora un bicchiere di vino e chiudiamo gli occhi.
Au Revoir Alsace.

Commenti

Post popolari in questo blog

Portare dentro quei sorrisi, le parole, gli sguardi, i visi ... Arrivederci Cuba!

Sincretismo e trasporti

Ciao Povery