DONDE SE ENCUENTRAN LOS CAMINO

20 Giugno 2012

Tappa da pazzi!!!

Ci svegliano tutti alle 6.00 con il buongiorno urlato in tutte le lingue del mondoe una dolce e simpatica musichetta.
Parto da solo dopo aver salutato Gabriele il canadese di ieri; lui è insieme ad un gruppo di preghiera, credo...lo vedo insieme ad un giovane prete/frate che ha dormito insieme a me in camerata.
Il primo vicinissimo paese è Burguete, dove in molti si fermano per fare colazione, io l'ho fatta in ostello poco costo e grande soluzione.

A Burgete ho un momento di esitazione; domando se vado bene per la direzione che ho imboccato ad un signore in compagnia di una ragazza. Parlo cosi fluentemente che il tipo mi scambia per uno spagnolo, ma quando dico di essere invece italiano la ragazza mi salta al collo felicissima, è Elena di Marostica... "finalmente un italiano!" esclama, e sinceramente anche io l'ho penso.
Lui, invece, è Josè Maria 57 anni di Guadalajara, Madrid. Saranno i miei compagni inseparabili della giornata piena di peripezie e... dolori!
Si parla tanto e ci si diverte, nel mentre insegnamo ad Elena un pò di castigliano.

Mi sento forte e dopo i Pirenei credo di poter affrontare tutto.

Josè dice subito che non andrà oltre Zubiri perchè cosi domani potrà far tappa a Pamplona; non vuole passare oltre ma fermarsi nella città dell'Encierro.
Elena non sa... Io ho Pamplona in testa già per stasera.

A Zubiri arriviamocon un pò di fatica già alle 12.00, sono solo 21 km.

Per strada incontriamo una giovane tedesca che è un treno per come cammina, vuole arrivare a Pamplona oggi e ha come me solo 3 settimane a disposizione.Strano è che la vediamo arrivare a Zubiri un'ora dopo di noi!!!
Infatti stiamo fermi qui per pranzare con un grande panino e un birrone gelato dopo aver immerso i piedi nel fiume; diventerà un'abitudine giornaliera.


Le mie due piccole vesciche si fanno sentire, inizio a conoscere il Camino...ma è solo l'inizio.
Dopo pranzo salutiamo Josè e, con Elena, proseguiamo. Non si fà in tempo ad arrivare a Larasoana, che durante il racconto di Elena sul suo matrimonio fallito...eccolo sbucare dietro di noi....è Josè!
Siamo felicissimi di riaverlo con noi. Ci dice che a Zubiri era tutto morto ed erano arrivate le tre zitellone che hanno dormito con lui la notte scorsa...percui è scappato :-) Olè!

Si va spediti di ponte in ponte sempre sopra il fiume Arga.
Faccio la conoscenza dei toboganes o rompepiernas, sali e scendi che ti devastano le ginocchia, i tendini e i piedi.
A Irutz, dopo 30 km e con la stanchezza, la sete e i piedi fritti troviamo un angelo, che sotto un sole pomeridiano cocente ci invita a sederci di fronte casa sua e ci offre da bere e da mangiare. Si ride. Si sta bene.

Elena dice di volersi fermare a Trinidad de Arce...io e Josè abbiamo la prima città del Camino in testa... Pamplona.
In Zabaldike ci sono due opzioni, seguire il fiume o salire (ancora?!) fino alla chiesa; decidiamo io e Josè, stop sali scendi! Dritti per la statale O_o



Saltiamo cosi gli ultimi paesi: Arce e Burlada, Elena rimane con noi. Quando raggiungiamo la periferia di Pamplona siamo delle larve. Fino ad una stazione di servizio dove non ce la facciamo davvero più. Chiedo un passaggio ad un tizio...ci accompagna.
Una trampa di 2 km che a noi sembrano 200.
Albergue municipal , doccia, cena con sorrisi per il trio e piccolissimo giro per la città. Iniziano i dolori ai piedi che mi lasceranno a Santiago, in compenso il ginocchio rotto non si fa ancora sentire.
Iniziamo col dire che non siamo più noi a camminare ma le nostre anime.

Oggi provvidenziale, nel momento di inzio difficoltà, trovo dinanzi a me un ramo...diviene il mio buzòn. Josè dice "era li ad aspettare proprio te".

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