LA STRADA

27 Giugno 2012

Ore 6.20 in strada!
Dimentico il bastone di Marcelino, poco male, servirà a qualcuno più di me.

Inizio la giornata al buio, fresco, tra alberi, affrontando il temuto Monte de Oca... 12 km fino alla superba e famosa Cattedrale di San Juan de Ortega.
Sosta caffè con latte, croissant e riprendo la marcia.
Alle 9.30 il sole ancora non picchia, ci sono anche alcune nuvole.

Questo inizio mi ha visto piangere come un pazzo, a dirotto per una decina di km!
Non so perché...o forse lo so fin troppo bene.

Ad un certo punto, mentre percorro una via alberata mi attacca letteralmente un calabrone. Mi si infila sotto l'ascella, sento pungere...urlo!
Passo la mano e me lo trovo in pugno...mi pinge il dito lievemente...per fortuna ho il pile; lo tolgo e noto una piccola puntura sotto il braccio.
Che spavento!

Arrivare al Monastero di San Juan de Ortega è di nuovo con una strada spaccagambe, rompes piernas come diceva Josè Maria, cioè fatta di numerosi toboganes (scivolo; sali scendi).
A San Juan mi fermo al bar come detto.
Oggi la giornata è veramente strana già nell'atmosfera.
Ripartendo, nei pressi di una << porta canadese>> come la chiamano qui, ovvero un'enorme grata al suolo come unico passaggio di un recinto con filo spinato.
La grata è piena di vespe, ne saranno almeno 200!!!
Ho paura a passare per di li.

Dietro di me arrivano una signora e un signore che ho già incontrato a Grañon e ho rivisto anche ieri sera a Villafranca; sono Manolin e Faustin.
Grazie a Faistin che sa come aprire il recinto spinato, passiamo evitando il vespaio.
Da ora in poi proseguiamo insieme, tra chiese e ponti romani, la croce di legno e la fantastica visuale da sul monte, da dove oltre ad un'interminabile spazio verde sconfinato si vede già la città di Burgos.
Sembra così vicina ma, mancano ancora 18 km!

Ci fermiamo a pranzare in un borgo talmente piccolo che credo nemmeno i castigliani conoscano; si chiama Quintinilla Rio Pico, pranziamo qui!
Tavernetta piccola, tipica e sporchina. Ma si mangia ottimamente.
Siamo arrivati che dal paesino di fianco (300/500 metri), quelli che ce l'hanno indicato, siano corsi ad avvisare il propietario che arrivavano quattro pellegrini. (In tutti i sensi).
Si quattro, infatti con noi si aggrega Pasquale di Napoli, ho ritrovato lui ed Allan. Lo trovo e lo perdo di continuo. Allan soffre per il suo dolore alla gamba e spesso percorre pochi km, ma grosso modo partendo alle 4.30 tiene sempre il passo.
Pasquale ci ripensa e torna dal francese all'albergue di Orbanega Rio Pico.
Noi abbiamo in testa solo Burgos.

Ora sono le talloniti a non darmi tregua, ma riesco a fare lo stesso i 6 km fino a Villafria, zona industriale di Burgos; la tappa si può considerare portata a termine, fino in centro Bus cittadino.

Burgos è proprio una bella città. Il nostro Albergue è dietro la Cattedrale...fantastica!
Ovviamente per noi camerata al 6^ piano, ovvero l'ultimo.

Mentre sono intendo a sistemarmi ecco sbucare Roberto di Napoli e la ragazza di New York!
Roberto era a cena con noi a Grañon, con il gruppo di italiani che cucinò quella gran pasta.
Rivisto a Villafranca e a quasi fine tappa di oggi dove vedendomi in difficoltà mi ha ceduto uno dei suoi due bastoni da trekking.

Andiamo con Faustin a lavare i panni e chi becco?
Joanna la sedicenne francesina. Wow!
Mi porta a salutare Heidi la madre. Sono contentissimo.

Siamo arrivati in una Burgos in festa per il patrono San Pietro; San Pietro e Paolo è sabato 30, ma qui la festa inizia oggi e coincide con la partita di semifinale dell'Europeo di calcio Spagna-Portogallo.
Quindi non ci è difficile capire che sarà complicato dormire.

Ceniamo con pinchos (piccoli assaggi), birra e via.
Io mi fermo a vedere la partita di fronte all'albergue.
La selezione Spagnola vince ai rigori. In molti mi dicono eh gradirebbero una finale con l'Italia...lo spero!

L'hospitalero tiene aperta la porta altre l'orario; ovvio c'è la Roja, la Rossa.

Per le strade feste fino al mattino.
Noi si fatica a riposare.

























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