LA STRADA

30 Giugno 2012

La giornata inizia con un cielo nero a darci il buongiorno.
Non ho grande voglia di camminare.
Fa un gran freddo, più di ieri.
Avevo sentito che ci sarebbero stati due giorni con meno di 20 gradi.

Al primo bar, colazione... arrivano anche le due ragazze di ieri sera e il tipo grassoccio.

Passo sotto la Cattedrale e il Palazzo fatto da Gaudì... belli davvero!

Si parte, si lascia Astorga; la strada è semplice, pianura con leggera salita, quasi impercettibile.
Il tempo in questi ultimi due giorni mi ha aiutato molto, anche se oggi... che freddo!!!

Fuori da Astorga c'è Valdeviejas, entro in una eremita (piccola chiesetta), c'è una nonnina tanto gentile e carina.
Ci sono con me altre due spagnole. Ci racconta del miracolo del pozzo mostrandocelo.
La chiesetta si chiama Ecce Homo.
Lì cadde un fanciullo e furono così forti e sentite le preghiere della madre che Dio fece in modo che le acque del pozzo lo riportassero su.

A Santa Catalina di Somoza prima sosta, caffè caldo.
All'ingresso del paesino c'è un uomo che canta... fabbrica oggettini, conchiglie e bastoni in legno; mi dice che il secondo bar è del figlio e che la cameriera è italiana. Inoltre mi parla della partita di calcio di domani, la finale è Italia - España.

Opto per il bar del figlio, caffè e incontro il gruppetto; scopro che solo una delle ragazze è italiana, Eleonora, mentre Alice è belga.
C'è un quarto ragazzo, credo francese che se la passerà molto male oggi.

Faccio un pezzo di strada col tizio gordo, con i capelli lunghi, cantabrico...molto simpatico.

Raggiunto El Ganso sostiamo nuovamente e il cantabrico mi offre un latte e curaçao (nesquik).
Arrivano anche le ragazze e il francese.
Ho due yogurt e uno lo cedo ad Eleonora provata dalla strada; inoltre ha un inizio di vescica e le di un mio compeed.

Altro pezzo di strada lo faccio in compagnia della belga, Alice, che mi chiede perché faccio il Camino se Santiago. "Per me stesso. Per incontrare Dio, ritrovare la Fede. Perché è il Camino che mi ha chiamato. Per pensare. Per perdonare...è perdonarmi".

Arrivati a Rabanal del Camino, altri grazioso borgo medievale, inizia a piovere per cui optiamo tutti e cinque insieme per la pausa pranzo. Entriamo in un localino caratteristico e molto accogliente.
Panino con tortilla de jamón e formaggio più un gelato.

Da Rabanal puntiamo dritto il borgo abbandonato di Foncebadon. Ci sono solo tre albergue e due bar. Qui inizia il Camino verso il minaccioso Monte Irago, dove una volta i Pellegrini venivano addirittura scortati.
Io tiro dritto e sperdo dietro di me gli altri, che probabilmente si fermeranno qui.

Di buon passo affronto Irago e arrivo in uno dei luoghi simbolo del Camino de Santiago, la Croce di Ferro, dove per tradizione ogni Pellegrino lascia una pietra, un sasso, portato da casa.
Foto ricordo e ancora Irago, con vento e freddo.

Mi incammino con Edoardo, un ragazzo basco di San Sebastian.
Parliamo un po' e raggiungiamo l'affascinante rifugio templare di Manjarin.
Qui incontriamo un suo amico che lo aspettava da un po'.
Dice che in molti vedendo il luogo abbiano deciso di tirare dritto.
Come dare loro torto?
È un posto molto spartano senza luce ne acqua corrente.

Sarebbe una bella esperienza passarci la notte, come mi dice Edoardo, ma io necessito di un letto e una doccia calda dopo tutto sto freddo, la salita e il vento.

Il tempo di un tea con il dueño e riparto. Da solo.
Si sale ancora un pochino.
Non sono le salite ad essere dure, anche se inizia la strada pedregrosa (ossia piena di pietre), ho affrontato salite ben più dure bensì qui sul Monte Irago siamo nel punto più alto di tutto il Camino de Camino; il vero problema sono le discese, o meglio la discesa, l'unica con pendenza impressionante e lunga tanto da portarci fino a Molinaseca.

Quando inizia la discesa incontro Cristina e Catalina di Valladolid, ogni fine di settimana fanno un pezzo di Camino.
Poi conosciamo un tipo con un cagnolino che ha già fatto il Camino da Toledo ed ora lo sta facendo a ritroso!!! O_o

Da qui su si vede un lago o diga addirittura nella valle di Ponferrada.

Continuiamo a scendere fino a che non sbuca El Acebo, piccolissimo borgo medievale molto bello, affascinante ed invitante.
Qui ci trovo il ragazzo di Bilbao che la notte scorsa ad Astorga ha dormito con me.
Dice di voler raggiungere Molinaseca, ma già ha camminato con la pioggia di oggi (mentre io pranzavo).

Io gli dico che preferisco dividere in due questa discesa che mi spezza le ginocchia.

Troviamo l'Albergue Parrocchiale, pernotto, cena e colazione ad offerta.

Si ferma anche lui con me, a Santiago dobbiamo arrivarci più o meno nello stesso tempo.
Il tempo della doccia che fuori si scatena un bel acquazzone. Uff! Appena in tempo.
Come dovevamo fare i 7 km fino a Molinaseca sotto sta pioggia e per di più in discesa?

Alle 19.30 la Signora Hospitalera mi avvisa che c'è la cena comunitaria.

Prima di andarci penso a come il giorno di riposo mi abbia fatto molto bene.

Oggi ho incontrato un tizio italiano che faceva il Rosario mentre camminava... barba bianca lunga.
Lo ritrovo a cena nell'Albergue, è molto simpatico ... sarà sulla settantina, classico tipo da Langhe piemontesi.

20.30 io sono già in branda.











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