SULLA VIA DI FRANCESCO


IN CAMMINO VERSO ASSISI
 Giovedi 29/08/2013

Dopo i quasi 40 km di ieri e il mio vescicone sulla pianta del piede sinistro, passo una bella notte insonne. Sono tanti i pensieri e i dubbi che non mi lasciano riposare.
Alle 5.00 si alza Francesco che mi trova sveglio e mi chiede come va con il mio piede. Aspetto qualche minuto ancora sul letto e poi mi alzo.
Facciamo colazione tutti insieme. 

Francesco è di Brindisi ma con un forte accento veneto dove lavora, è un po' più grande di me, pelato, una barbetta incolta bianca, maglietta tecnica nera, bermuda trekking verdi e tutto preso per preparare la colazione. 

Siamo tutti pronti; la coppia di sessantenni Slovena, la coppia di Selazzano (PD) Fabio e Roberta, che stanotte hanno russato come nessuno mai, e infine io e quelli che diventeranno i miei compagni di Cammino, Francesco e Claudio di Aprilia.

Ci si avvia alle 6.30 tutti insieme ma ben presto ci distanziamo, davanti scappano gli Sloveni che puntualmente alle soste raggiungiamo, poi noi tre e dietro di noi i Padovani. 

Iniziamo subito a parlare e scherzare; prima sosta alla chiesetta (chiusa) di Sant'Agostino, poi si sale (certo no come ieri) verso Campigna per bei sentieri nei boschi che incrociano fiumiciattoli su ponti di legno. 
Dopo più di 10 km raggiungiamo Campigna dove c'è un hotel con bar, sosta cappuccino e caffè con crostata ci sta tutta.

Ripartiamo salendo e puntando la vetta più alta di tutto il Cammino, 1562 m.s.l.m., cambiando sentiero...in poco più di tre ore di camminata siamo al Passo della Calla (1295 mslm), esattamente al confine tra Emilia-Romagna e Toscana.
Lo sconfinamento con relative  foto a documentare ci rende euforici. 
Tiriamo ancora su verso Poggio Scali, dove c'è la Madonnina del fuoco, punto più alto del Cammino, da dove a ciel sereno riusciamo a vedere Rimini e il Mare Adriatico!!!

Ci fermiamo una buona ora per pranzare e troviamo anche Franz e Martina gli Sloveni. 
Anche qui le mosche e zanzare a me e Francesco non ci danno tregua come da stamane. 

Ripartiamo con le mie vesciche risvegliate e il tallone di Francesco dolorante.
Claudio ha un forte desiderio di telefonare alla moglie, le manca tantissimo dice... io cambio espressione e mi immergo nei miei pensieri come mi diranno in seguito; penso che anche a me manca molto lei e chissà se io le manco.

Tra risate senza un apparente motivo, ilarità e silenzi intraprendiamo la lunga discesa fino all'Eremo di Camaldoli eretto da San Romualdo nel 1100. 
Però è lunga arrivarci e con un sentiero a dir poco antipatico, pieno di grandi sassi mobili.
Io seguo i miei due compagni molti metri dietro, non riesco a tenere il loro passo per via della vescica sotto la pianta del piede sinistro (come sulla via per Compostela), fortunatamente mi aiuto nell'infinita discesa con i bastoni da trekking, prima di Claudio, poi di Francesco. 
Giunti all'Eremo, io distante alcuni metri inizio ad urlare a Claudio di dirmi che siamo arrivati rovinando il momento di una suora novizia tanto assorta in preghiera...bella figura di merda!
Davanti all'Eremo ci adagiamo su di un muretto sfiniti prima di andare a prendere un caffè e visitare l'eremo con la chiesetta che ha alcune opere del '400 e del '500, e poi la cella di San Romualdo dove il nostro trio si sfianca di risate. 

Usciamo e insieme agli Sloveni, ritrovati proprio qui davanti all'Eremo ci incamminiamo per il paese non senza una breve discussione su quale strada fosse giusta; Franz insiste che deve trovare un ponte vicino l'Eremo, il gli continuo a dire che il ponte sarà alla fine dopo il Monastero giù a Camaldoli. Alla fine avevo ragione io.
Scendere questi altri 2/3 km è dura per tutti noi. 
Visitiamo velocemente il Monastero, ma solo perché ho una promessa da mantenere a Marco che mi raggiunge stasera.

All'uscita dal Monastero optiamo per una birra offerta da Franz; 200 mt dopo passiamo un ponte e a destra la strada finale che ci porta al rifugio dei Pellegrini... ancora... in salita!!!

La faccio in volata, neanche fossi Indurain; ci viene incontro Martina, l'hospitalera del rifugio. 
Ci offre immediatamente vino, salame e formaggio. 
Buona accoglienza!!!

L'avviso dell'arrivo di Marco e vado a docciarmi e lavare la roba che stendo. 
Siamo fuori dal mondo, anche qui il mio telefono non prende per niente, non posso comunicare e non so cosa farà lei in questa serata di festa a Potenza. 

Intanto arriva Fabio, da solo e senza zaino; Roberta è rimasta all'Eremo con gli zaini e un piede dolente. Ci vanno Martina e Francesco a riprenderla in auto. 
Al ritorno si cena tutti insieme e Marco fa in tempo ad arrivare. Sono molto contento! 

Scherziamo a tavola e l'hospitalera sta molto allo scherzo. Alla fine la veneta, Martina, ci mette i timbri sulle Credenziali con una sua dedica e, a me, una dedica particolare"impossibile volerti male". Oggi ha tutto un effetto speciale per me. 

Finalmente dopo 40 ore prendo sonno...sfinito e triste.
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All'inizio di questo giorno 
Ti benediciamo Signore
Che il nuovo sole illumini
il nostro andare lungo la via,
che San Francesco assista
noi suoi Pellegrini,
che la fede ci sostenga
e lungo la via incontriamo la carità.
Che la stella del mattino
la Santa Vergine Maria
ci accompagni come guida 
fino all'arrivo ad Assisi.
            Amen







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