SULLA VIA DI FRANCESCO


IN CAMMINO VERSO ASSISI
Domenica 01/09/2013

È domenica, Marco mi lascia per tornare a casa...il lavoro chiama!

Ci salutiamo e io riprendo la via di Francesco insieme ai nuovi amici, Davide, Stefano e Alexandra.
Facciamo poco assieme, loro hanno fatto la colazione con un frutto,  io ho fame e all'Hotel dove si svolta per l'Eremo di Montecasale faccio colazione con cappuccino, cornetto e succo d'arancia. 

Salgo fino all'Eremo in solitudine per un'ora e mezza.
C'è una pace, un gran silenzio, che aiuta a pensare e ... pensare tanto per giorni, si sa, porta a grandi decisioni.
Il Cammino è come la vita, ci sono degli intoppi, come le vesciche, sbucano fuori all'improvviso, portano dolore ma, si deve andare avanti... allora che fai? Le curi, meglio che puoi in quel momento, tanto per riprendere ad andare. Ma certi intoppi fanno male, proprio come le vesciche, anche se curati quando riprendi la tua strada bruciano, son dolenti... ma più avanti vai e più la pelle si rimargina, lascia il segno certo, quello che un giorno ti ricorderà questa fatica per proseguire, ma si aggiusta e ti permette di riprendere il cammino... che sia la strada o la vita.

La salita che porta all'Eremo vale la bellezza e la semplicità del posto; qui c'è una serenità disarmante... è un vero peccato non potersi fermare almeno un giorno intero. 
Incontro i ragazzi che stanno lasciando l'Eremo.

Quando vado via mi sento rigenerato da sto posto di puro raccoglimento. 

La passeggiata va via senza troppi peoblemi, questo salire non è impegnativo.
Non trovo problemi nei vari sentieri... mi godo i boschi, i ruderi, i guadi dove si abbeverano le mucche e soprattutto mi godo la frescura.

In tarda mattinata, mentre già assaporo una sosta pranzo a Celalba, succede l'imprevisto che mi rovina la Domenica.
Quando il sentiero 101 del CAI incrocia la strada provinciale dovrei camminare un po' su questa fino ad una casa cantoniera per poi riprendere un sentiero sulla sinistra; 
Io percorro un tratto della provinciale ma, prima di vedere la casa cantoniera, noto una bella freccia verde...la seguo e mi inoltro giù per un sentiero scosceso. 
Ho l'impressione di non essere sulla strada giusta ma proseguo. 
In fin dei conti ho seguito la freccia, non posso sbagliarmi!
Invece, una volta raggiunta un'altra strada asfaltata, presso un'abitazione trovo un anziano signore, con un braccio fasciato, che mi spiega che in molti Pellegrini fanno lo stesso mio errore... e adesso?
Nessun problema, secondo lui, adesso devo o tornare indietro (ipotesi che non mi sfiora nemmeno la mente) oppure continuare fin giù, fino a Lama saltando il Rifugio Somaia e il centro abitato di Celalba.
Poco male, penso, mi troverò già più avanti, a Lama; ed invece mi accorgo, presto, di aver allungato parecchio.
Sono a Valdimonte e per arrivare a Lama percorro come minimo 6 km in più rispetto al percorso del Cammino di Assisi, su asfalto bollente e tutto in discesa.

Incontro sulla strada un vecchio cimitero e una chiesa, sembrerebbero abbandonati, mentre un'altra struttura in uso ad un'associazione di genitori. Qui c'è una fontana e approfitto per bere e sciacquarmi.
Riprendo la lunga discesa e mi ritrovo felicemente sul Cammino di Assisi, direzione Lama... due km e sono al centro abitato; proseguo e m'imbatto in una strada dritta e asfaltata sotto un sol leone. 

Mi rendo conto di essere già in Umbria quando vedo l'indicazione San Giustino. 
Soffro un po'... i km della tappa li ho già ben che fatti considerato l'errore.

Poco prima di raggiungere Città di Castello si ferma un'auto con due ragazze che mi portano alle porte della città; loro sono Sara e .... , amiche del parroco di Pietralunga.

Sono il primo ad arrivare, dopo di me Alexandra e infine Stefano e Davide.

La serata prosegue con la compagnia di Vincenzo Paolo, pellegrino che i due Veneti hanno conosciuto qualche tappa fa e, qui è venuto a trovarli.
Vincenzo Paolo è i Rimini, un signorotto bassino, un po di pancetta, vestito da trekking e con una polo bordeaux del Camino di Santiago, con un forte accento Romagnolo.
Ceniamo tutti insieme dopo aver visitato il centro in piena festa medievale.

Vado a letto alle 21 e poco dopo sono svegliato da una pessima notizia; un amico, Pietro, stamane è morto in un incidente stradale in moto.
Domani la mia tappa con i suoi sacrifici sarà ............ alla sua memoria.
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<<"O frati", dissi, "che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'è del rimanente
non vogliate negar l'esperienza, di retro al sol, del mondo sanza 
gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti, 
ma per seguir virtute e canoscenza".>>

(vv. 112-120)










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