SULLA VIA DI FRANCESCO


IN CAMMINO VERSO ASSISI
Lunedì 02/09/2013

La sveglia è alle sette, ci diamo il buongiorno e usciamo dai nostri sacco a pelo; 
la colazione la facciamo al primo bar disponibile, cornetto e cappuccino (io abbondo, mi devo far sempre riconoscere).
Un signore ci chiede se facciamo il Cammino di Francesco, parliamo un po' e poi si propone di riempirci le bottigliette/borracce di acqua a casa sua. E così fà.

Via fuori dalla città e quasi subito io è Stefano perdiamo di vista Davide e Alexandra.
Si sale e si chiacchiera un bel po'. 
Raccogliamo dei grappoli di uva che mangiamo passeggiando.
È piacevole la compagnia di questo ragazzone veneto; Stefano è di Castelfranco Veneto, sposato, informatico, con un po di pancetta, porta il pizzetto ormai lunghino che con il cappellino e il "buzón" bastone, avuto in dono giorni fa da Vincenzo Paolo, sembra proprio Mosè.
 Si cammina per almeno tre ore e mezzo su sentiero nella natura, prima di trovare delle abitazioni; bussiamo e prendiamo acqua, ma il Rifugio che cerchiamo, ci dicono,  e poco più avanti vicino una chiesetta. 
Ci arriviamo e bussiamo. Viene ad aprirci Michela che vive li col marito e la piccola figlioletta Antea, dietro di loro Pueblo, un giovane pastore tedesco con cui giocherò tanto. 

Ci fa accomodare sotto una tettoia e le chiediamo una birra, che fortunatamente trova in frigo. 
Nel mentre si sorseggia la tuborg fresca facciamo la conoscenza di Beatrice e le altre ragazze che sono qui in questo ecovillaggio (chepasso!) come volontarie per un campo di lavoro.

Mangio la mia frutta presa stamane e ci arriva un invito, inaspettato quanto insperato, a pranzo.
Ci guardiamo negli occhi complici...come non accettare? 

Rimaniamo due ore e mezza al "che passo" a Candeggio  e, tra uno scherzo e una battuta scopriamo quel che si fa in questo posto ecologico. Tra loro anche una famiglia di Milano, madre padre e due bimbi, arrivati stamane e li per "vedere come si vive"... avranno intenzione di cambiare vita? 
C'è anche Beatrice, è li per raccogliere materiale per la sua tesi. 
Lei è una ragazza romana alta, bella, abbondante, con bei capelli mossi castani raccolti in maniera quasi svogliata, porta una canotta e una bella gonna lunga e sfoggia un sorrisone dolce e bellissimo; fa la specialistica a Firenze su qualcosa che ha a che fare col turismo e ci somministra anche a noi i suoi questionari;
nell'attesa del pranzo Beatrice, che sta preparando la melissa e altre erbe per farle seccare in modo da farci delle tisane, ci coinvolge ad aiutarla...a me tocca pulire il Ginepro, e punge!!!

È ora di pranzo e arriva il riso con tutti gli altri, siamo una decina più tre bambini; mangiamo riso, insalata, peperoni all'insalata, tonno e alici, pane e una confettura di prosciutto (?!?!)... alla fine caffè!

Timbriamo la credenziale e compiliamo un questionario sui motivi che ci spingono a "camminare". Usciamo che tutti stanno riposando.
Un centinaio di metri più in là ci accorgiamo che Stefano a dimenticato il bastone da Mosè, lui torna correndo a riprenderlo mentre io lo aspetto in strada.

Si riprende la seconda parte della tappa di oggi. 
Si prosegue via liscio e evitando Pieve dei Saddi imbocchiamo un sentiero che dovrebbe farci accorciare di un km. 
Il sole non picchia più forte come stamane, nonostante siano le 15 quasi, in più c'è una nuvoletta che ci aiuta. 
Il dislivello da affrontare nulla ha a che vedere con quelli affrontati nei giorni passati.
In un paio di ore di cammino raggiungiamo una piccola vetta dove possiamo ammirare di fronte a noi Pietralunga; due domande agli abitanti che troviamo nelle case periferiche, per lo più anziani, e ci troviamo al colpo di grazia... il centro del paese si raggiunge salendo gradini che si alternano a salite.
Ahi! Le gambe...

Siamo in piazza e subito troviamo gli altri, in più facciamo la conoscenza di Fabien, francese di Montpelier la città di San Rocco, che a piedi dalla Francia raggiungerà Assisi, San Giovanni Rotondo per poi imbarcarsi per la Croazia e di li Medjugorje.

Facciamo la conoscenza di Don Salvatore che ci spiega la tappa di domani consigliandoci l'asfalto al sentiero per evitare un maggior dislivello e almeno 4 km in più.

Andiamo a cenare "al triangolo" e passiamo davvero una gran bella serata che, come da Caprese Michelangelo ormai, termina con una bottiglia di vino rosso...non prima di aver bevuto un litro di birra e del limoncello (la signora lascia sul tavolo la bottiglia intera...grave errore!!!).

Stefano è ciucco.
Andiamo a letto tardino stasera... domani vedremo come andrà.
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Kalenda Maia

<< Tanto gentile sboccia, 
per tutta la gente 
Donna Beatrice, e cresce 
il vostro valore; 
di pregi ornate ciò che tenete
e di belle
parole, senza falsità; 
di nobili fatti avete il seme;
scienza
pazienza
avete e conoscenza;
valore
al di là di ogni disputa 
vi vestite di benevolenza,
Donna graziosa,
che ognuno loda e
proclama 
il vostro valore che vi adorna,
e chi vi
dimentica??... poco gli vale la vita... >>









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