Passando nella storia... Albania bella scoperta!

8° giorno


Risvegliarsi in questa stanzina di pietra bella fresca e con un letto in ferro battuto tra i più comodi mai provati. Questa Berat ha tutto per farmi innamorare di lei, gentilezza, sorrisi, mitezza della gente, tranquillità, costi irrisori, buon cibo e si parla italiano.
Si carica la moto e di fianco mi ospita un bar con sedie e tavolini stile anni' 80 per un caffè.
Bevuto al volo e via a visitare la cittadina emblema della commistione tra la religione cattolica e quella musulmana. È praticamente impossibile non notare l’imponente Castello di Berat, fortezza che domina la città da migliaia di anni.
Vogliamo raggiungerlo per attraversare tutta la storia che ha interessato questo luogo, dalla dominazione romana fin quasi ai giorni nostri.
Prima visitiamo il quartiere cattolico di Gorica, dove ci sembra di camminare in un altro tempo. Un signora ci apre la porta di casa sua dicendo che è una casa storica della città.




Da una finestrina sentiamo una voce di bambina che ci urla "what's your name?", e noi rispondiamo dalla strada; il viso della piccola non lo vediamo ma lei si arrabbia quando non capiamo bene il suo nome, tanto da scendere in strada e urlarcelo in faccia.
Sulla porta anche il fratellino, che la chiude fuori.





Le chiese del quartiere cattolico sono chiuse, per cui in sella alla #triumph raggiungiamo il castello, che racconta la storia della città
Curiosando tra i quartieri, saliamo al Castello di #Berat, una storia lunga secoli.



Arroccato a 214 metri su di una collina rocciosa al fianco del fiume Osum, il castello di Berat domina dall’alto tutto il territorio circostante. Si tratta di una struttura che ha superato lunghi anni di dominazioni straniere, di cui attualmente rimangono ben conservate le mura perimetrali composte da 24 torri, all’interno delle quali si trovano chiese, moschee ed edifici di altro tipo.
Sebbene questo castello va fatto risalire al XIII secolo, la sua storia cominciò in realtà molto tempo addietro. Edificato durante il Basso Impero, nel 200 a.C. circa il castello fu bruciato dai Romani, per poi essere rafforzato e ricostruito dapprima con Teodosio II (V secolo) e poi con Giustiniano I (VI secolo). Fu poi nel XIII secolo che Michael I Comneno Doukas, despota dell’Epiro e cugino dell’imperatore bizantino, diede al castello di Berat la forma che possiamo vedere tuttora.
Per raggiungerlo, ci aspetta una passeggiata spettacolare che, partendo dalla piazza centrale di Berat, porta ad attraversare l’intero quartiere storico e musulmano di Mangalemi per poi raggiungere una cima da cui si gode di una meravigliosa vista panoramica. Ma noi optiamo per salire sui 214 metri in sella alla nostra #triumph.



All’interno delle mura perimetrali della struttura, passeggiamo tra edifici religiosi, fortificazioni e torri. Sono più di quindici le chiese presenti all’interno della fortezza, buona parte delle quali costruite attorno al XIII secolo, a testimonianza del fatto che la popolazione fosse per lo più cristiana. Tra tutte, meritano particolare attenzione la Chiesa della Santissima Trinità, all’interno della quale si trovano splendidi affreschi, e la Chiesa di Santa Maria di Blacherne, dove è possibile ammirare splendidi mosaici e scene bibliche dipinte dall’artista albanese Nikolla Onufri.
La visita alla Chiesa Kisha e Shën Mari Vllahernes ci lascia a bocca aperta e ci restiamo per un tempo indefinito.




Arriviamo nello spiazzale che porta alla chiesa della Trinità (chiusa) e scambiamo le nostre impressioni con una famiglia albanese che vive stabilmente nel nostro Paese.




Il castello di Berat custodisce anche i resti della Moschea Bianca (destinata alla guarnigione turca), che fanno ipotizzare la presenza di un minareto che un tempo svettava imponente tra tutti gli altri edifici.

Nel Castello ci sono delle trattorie e tanti artigiani che preparano e vendono i loro prodotti. 






Proprio qui, per via del caldo così forte e asfissiante, zavorrina rischia di svenire. Ci fermiamo nel provvidenziale bar dove prendiamo due bibite fresche e compriamo un centro tavola fatto con l'uncinetto, tipico dell'Albania, ma che mi ricorda le donne di casa mia, durante la mia infanzia tutte intente con questi uncinetti. Tutto il mondo è paese.


Al di là delle bellezze storiche ed architettoniche che questo luogo custodisce, siamo affascinati dalla meravigliosa vista panoramica che il castello di Berat regala. Da qui ammiriamo in totale tranquillità il ponte di Gorica, che collega i due diversi quartieri della città.
Una volta terminata la nostra visita, al di fuori del perimetro della fortezza ci fermiamo a visitare la bella Chiesa di San Mehillit, un piccolo edificio risalente al 1300, che combina alla perfezione le tecniche di costruzione europee e bizantine.



Riprendiamo il nostro viaggio, nuovamente, in direzione costa.
Dopo mezz'ora dobbiamo fare una sosta a Strum, perchè zavorrina ha un vero e proprio mancamento. All'ombra di una stazione di carburante su un tavolino del bar annesso, un caffè e un succo fresco serviti da un barista in canotta e ciabatte.
La moglie del barista vedendo zavorrina poggiata al tavolo capisce che qualcosa non va e si avvicina, ci offre un paracetamol. Zavorrina ringrazia, ma le basteranno i famosi 10 minuti di pennichella per essere più interattiva! 
Direzione mare... Direzione Valona.
Zavorrina si è ripresa, siamo pimpanti. Arriviamo a Valona e notiamo una città moderna, pulita, con bei palazzi colorati e un lungo mare lunghissimo pieno di locali, bar, ristoranti e tante, tante palme; mentre a destra ci accompagna il mare con una spiaggia ampia e lunga.


Usciamo appena da Valona e il mare ci invita a fermarci in una specie di Lido dove ci accoglie un simpatico proprietario che parla splendidamente italiano e ci invita a bere qualcosa e a cambiarci. Due caffè freddi ben fatti e, sentendo che vogliamo distenderci nella piccola caletta libera, ci offre due sdraio gratis dicendoci "aó, dove siamo qui? Sud o nord? Napoli o Bolzano?", Napoli ovvio, rispondo e scoppiamo in una risata fragorosa.
Ancora una volta siamo colpiti da tanta gentilezza, le persone qui non sembrano affatto attaccate al Dio danaro.
Dopo il bagnetto, ci asciughiamo e ci dirigiamo più a sud, passando per dei paesini su un mare di un azzurro lucente e svalicando dentro il parco nazionale del Llogara. Per raggiungere il Parco ci si inerpica su per una strada in salita tutta fatta di tornanti, caratterizzata da una serie di tronchi di albero deformati dalla forza del vento. È qui che si puó vedere il cosiddetto “Pine Flag”, un pino piegato a forma di bandiera, divenuto oramai una vera e propria attrazione per i turisti.
Ci troviamo direttamente sul crinale, non abbiamo molte possibilità di fermarci lungo la strada, ma salendo curva dopo curva e guardando verso il basso ammiriamo questa divertente creazione della natura.
Lungo la stessa strada troviamo una serie di piccoli ristoranti tipici che offrono piatti caratteristici della tradizione locale. È un peccato non poter visitare il Parco.
Scendere dal crinale è fantastico per i motociclisti, sia per curve che per la vista, riusciamo a fermarci per una foto e il vento così forte ci porta via addirittura il giubbotto da moto!!!
Incredibile.
Lo indossiamo e continuiamo la nostra spettacolare discesa.



Passiamo posti bellissimi come Dhermi e Jale fino a raggiungere Himare, la nostra destinazione.
Siamo ripiombati nel caldo, dopo il freddo del Llogara che ci ha costretti a vestirci. Ci accoglie una cittadina sul mare molto viva, notiamo altri centauri parcheggiati con le loro GS o altro davanti a qualche ristorantino.
Noi al volo abbiamo scelto lo Stolis Hotel, un alberghetto economico aperto da pochissimi anni. È a soli 800 metri dal centro, appena fuori.
La receptionist di questa struttura a conduzione famigliare ci accoglie con un perfetto italiano imparato guardando la TV italiana, esattamente italia uno.
C'è un parcheggio privato dove, all'ombra di un albero, facciamo riposare la tre cilindri inglese. La camera è confortevole e ha un bel balconcino vista mare. Utilissimo lo stendino per far asciugare biancheria lavata di volta in volta.
Cambiati e Docciati scendiamo per cenare e la ragazza ci consiglia il ristorantino del padre, direttamente sulla spiaggia a pochi passi.
Pesce ottimo, camerieri simpatici, ceniamo con il sottofondo di musica greca. 
Il prossimo confine non è così lontano... 

... To be continued!!! 


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