Gli occhi blu... Le acque Albanesi


Dopo qualche giorno di pausa torniamo a scrivere del nostro ultimo viaggio ad est ma non troppo (come amiamo dire noi).


9° giorno


Oggi decidiamo di goderci il favoloso mare albanese e Himare ci offre una spiaggia di pietre bianche dall'altro lato della strada.
Prima peró, come nostra consuetudine, facciamo una ricca colazione... Si sa, durante la giornata non è scontato un pasto... qualche frutto è tanta acqua e si aspetta sera.
Si è sempre troppo rapiti da posti, volti, storia, curiosità, curve,  e poi c'è lei: la strada!

Saliamo sul terrazzo all'ultimo piano della bella struttura che ci ha visti ospiti per la notte, lo Stolis Hotel; ad aspettarci una colazione a buffet ricca e deliziosa.
Mentre aspettiamo il nostro caffè mattutino ordinato, iniziamo a mangiare gliko su pane tostato con lo sguardo perso verso il mare a pochissima distanza.


Giornata di sole e mare. La struttura ci mette a disposizione anche un ombrellone con due sdraio sulla battigia, il tutto compreso nel prezzo.
L'acqua è cristallina e molto fredda. Davvero fredda, ma di una bellezza incredibile. Il colore della acqua è verde,in mille sfumature. Poche persone attorno a noi e molto discrete e silenziose.
La mattina va avanti tra bagni in questo mare limpido di fronte alla Puglia e pisolino.



Il posto diventa di diritto uno dei nostri posti preferiti. Il ristorante dove abbiamo cenato  ieri sera offre, nei pressi della bella taverna, degli ombrelloni che ci ospitano. Un via vai di persone che mangiano, dalla colazione al pranzo... quel pranzo a cui assistiamo dalla fase embrionale. Un pescatore porta ció che ha preso con le sue reti e un aiuto cuoco scende le poche scalette che separano ristorante e mare e all'ombra di uno scoglio pulisce il fresco pescato.
Noi non possiamo esimerci dal guardare incuriositi angoli di mondo dove il tempo sembra essersi fermato a 70 anni fa.



Un ennesimo bagnetto gelido mentre due fratellini comprano dei pop corn alla sorellina e li consumano tra risate e timidi schiamazzi.

Una doccia toglie la salsedine, la proprietaria dell'hotel accetta di farci lasciare la stanza più tardi del previsto... Persone squisite. Riincolliamo i nostri deretani alla tre cilindri #triumph... ciao Himare, a presto.
Non facciamo molta strada in sella che già siamo rapiti nuovamente dal mare e da piccole calette quasi del tutto vuote... sosta!




Bagnetto... Relax... Sole...
Su una caletta occupata solo da una coppia di albanesi ci arriviamo direttamente in motocicletta scendendo uno sterrato.



Poco più avanti ci godiamo la vista di Porto Palermo e sbuca dinanzi ai nostri occhi la penisola dove sorge il Castello di Ali Pasha. Lo raggiungiamo sempre in sella percorrendo un piccolo sterrato.
Il caldo picchia tanto forte oggi... sulla testa non metto nulla se non il casco quando guido.
Porto Palermo venne chiamato così dai militari italiani che vi alloggiarono durante la seconda guerra mondiale. Questo posto è una fortezza che sorge in quella che una volta era una piccola isola circondata da acque cristalline del mar Ionio. È conosciuto anche con  il nome di Castello di Ali Pashe Tepelena.




La leggenda narra che questa fortezza, a forma di triangolo con tre torri angolari, fu costruita da Ali Pasha come un regalo alla moglie Vasiliqi.

La fortezza  è stata eretta nel 1818 e nella progettazione, insieme agli architetti,  ha preso parte anche lo stesso Ali Pasha, in quanto intendeva usare il castello sia come punto strategico per controllare gli attacchi dell’impero ottomano sia per nascondere i suoi tesori .
Proprio per essere sicuro che nessuno sapesse dei suoi tesori nascosti, dopo i lavori Ali Pasha ordino di uccidere tutti i coloro che lavorarono nella costruzione della fortezza.





Il castello di Ali Pasha è stato usato anche come prigione ai temi di Re Zog e anche dagli italiani, come testimoniano le scritte italiane al suo interno che indicano la cucina piuttosto che le camerate.
Ai tempi di Enver Hoxha,dittatore albanese, il luogo divenne una zona militare.



 È un posto che merita di essere visitato, sia per la storia scritta qui dentro, per come è arrivata la struttura ai giorni nostri, che per la sua posizione naturalistica.

La piccola spiaggia facente parte della lingua di terra creata, sembra proprio da Ali Pasha, per collegare l'isolotto al continente e occupata da qualche bagnante... le acque cristalline invitano ancora.




Percorriamo strade che attraversano borghi e contrade immersi nel verde ma costeggiando sempre il mare, dietro ogni curva è possibile incontrare dei bovini o code di capre al pascolo che attraversano le strade scendendo dalle rocce. 


Passiamo Borsh dove incontriamo un gruppo di centauri con zavorrine. Rifornimento e inizio a sentirmi poco bene, ma punto Saranda.
Nei pressi di Lukove ho bisogno di fermarmi, la testa scoppia e mi sento mancare.
Oggi tocca a me.
C'è un piccolo spiazzo in cemento al bordo della strada, un uomo con folti capelli neri sta bagnando il suolo con una pompa , ha un piccolo market.
Compriamo della frutta, dei succhi e l'immancabile acqua.
Mi siedo a terra all'ombra.
C'è una bambina che ci guarda incuriosita.
Basta mettere un po'di fruttosio nel sangue che mi riprendo subito... più o meno!

A Nivice inizia una strada bellissima con curve giuste che ci porta alla famosa località turistico-balneare di Saranda.
Un po' per via del fresco e un po' per le pieghe continue passando da destra a sinistra, mi sento meglio.


Saranda ci vede turisti per poco. Una passeggiata sul lungomare, l'acquisto di un vasetto di gliko, ci fermiamo il tempo di visitare i resti della Sinagoga e poi la "vediamo" in sella alla motocicletta.
Non ci entusiasma Saranda, abbiamo più voglia di raggiungere Argirocastro.
Il confine greco è a meno di 80 km!!!



Prima di Gijrokaster (Argirocastro) dobbiamo fermarci a Syri y Kalter, consigliatomi da un amico albanese durante il mio soggiorno all'isola d'Elba.
Ci accompagna un fiumiciattolo alla nostra sinistra mentre risaliamo dal mare.
C'è una piccola diga, il corpo forestale ci fa il biglietto d'ingresso. Inizia una bella strada bianca. Zavorrina ha un po' di timore, visto anche il mio stato non proprio brillante.
Io mi diverto poco a guidare in effetti. Sono cotto.



Arriviamo ed è letteralmente un'oasi naturale, tutto intorno è rigogliosa vegetazione.
Syri I Kalter, l'occhio azzurro, è una sorgente carsica, una delle incredibili bellezze naturali dell'Albania.
È un luogo magico. Camminiamo per pochi metri e sbuchiamo alla sorgente. Veniamo ipnotizzati dai colori che vanno dal blu scuro della sorgente a quello acquamarina del lago. La zona è circondata da roccia calcarea che le conferisce questo colore meraviglioso.
Sembra proprio un occhio, come suggerisce il nome: occhio blu!




Non si conosce l'esatta profondità di queste acque, sono stati esplorati solo i primi 50 metri di profondità di questa sorgente, la più ricca dell'Albania, dove la temperatura è costante tutto l'anno, 12 gradi.
Ogni sentiero di questo sito porta a una grotta o a rivoli di acqua creati dal fiume sotterraneo.





La giornata volge al termine, con il blu del sito di Syri i Kalter raggiungiamo Gjirokaster, la città d'argento.
Arriviamo stremati.

Sosta in piazza per bere qualcosa e usufruire del wifi. Non veniamo trattati granché bene, rimpiangiamo Berat.
Due limonate 7€ è un grande furto.
Scegliamo il nostro ennesimo alloggio notturno del viaggio che ci vede attraversare 4 Nazioni.
Ho mal di testa e di stomaco.
Per raggiungere Guesthouse Urat dobbiamo scendere ai piedi della cittadina e risalire fino al Castello su una strada di mattoni un po' lisci.
Zavorrina si spaventa e salirà fino in cima a piedi.
Il che, per una bradipa come lei, è davvero sinonimo di grande spavento.




L'Urat Guesthouse è un piccolo alberghetto a conduzione familiare davvero speciale.
È proprio vicino al Castello della città. Ci accoglie il proprietario o figlio della proprietaria. E'un ragazzo dai bei lineamenti,quasi un puttino,che parla perfettamente italiano,avendolo imparato anche lui dalla TV. Ci aiuta con i bagagli e ci fa sistemare in una grossa stanza con quattro letti e un bel bagno. È gentile e ci aspetta nel market accanto dove zavorrina esce a comparare un po' di frutta e un gelato, mentre io mi stendo a letto,sperando di sentirmi meglio domani.

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