La Via delle Meteore

Ultimi giorni del nostro viaggio ad Est ma non troppo.
I ricordi sono ancora saldi nonostante siamo tornati alla quotidianità.

11° giorno
Apro gli occhi alle 6.00 ora italiana, perchè entra un po' di luce dal vetro della portafinestra. Mi alzo e scosto un po' di più la fitta tenda rossa della suite. Di fronte a me la parete liscia della roccia Meteora. Non ci sembra vero... siamo arrivati alla fine del nostro viaggio e certo non si può dire che non concludiamo in bellezza.



Dopo una colazione che ci fa rimpiangere quella in terra albanese, nella casa di Fatos Bitis, partiamo alla volta dei monasteri.
Sono sei e tutti bellissimi, ma il più strepitoso è Gran Meteora, dove ci rechiamo subito. Con noi parecchi turisti, ma non c’è la ressa confusionaria delle mete vacanziere. 





Qui tutti sono esterrefatti dinanzi alla bellezza degli affreschi che sembrano parlare a ciascun turista. I colori sono sgargianti laddove il sole riesce a filtrare dalle finestre. In generale comunque ovunque è un’ esplosione di blu ocra rosso e su tutto trionfa il dorato, colore per eccellenza della Chiesa bizantina. I caratteri greci dipinti in nero rimandano a una antica sapienza che affascina anche coloro che non sanno leggere quelle lettere. 



È vietato scattar foto all’interno, anche senza flash, ma la tentazione è forte non per volere uno scatto rubato, quanto per conservare una prova tangibile dell’essere stati in un luogo che impone il silenzio, del quale alcuni approfittano per pregare Dio o per accendere una candela sotto una icona.





Ogni tanto si intravede un monaco bizantino di nero o di bianco vestito con l’ingombrante copricapo e la croce che ricade sul petto. Chiediamo una foto con loro, sorridono ma rifiutano.
Nonostante la stanchezza si faccia sentire, ormai a fine viaggio, e nonostante il percorso per i monasteri non sia proprio comodo tra scalini scavati nella roccia e salite impervie, decidiamo di visitare anche gli altri luoghi sacri, che intanto osserviamo al di là della roccia, ognuno su un cocuzzolo.



 La scelta di costruire i monasteri così in alto, del resto, non fu casuale: i monaci tentarono, riuscendoci, di sfuggire alle persecuzioni ottomane e l’ingegnoso sistema per salire nelle cellette è tutt’oggi visibile in un paio di monasteri; si tratta di una rete, molto resistente si spera, che veniva calata fino a terra e poi tirata a braccio fino al monastero stesso, un congegno piuttosto difficile che però ha garantito la sopravvivenza delle comunità ortodosse fino ad oggi ed ha consentito all’umanitá di visitare un luogo magico.
I monasteri di Roussanou e di Varlaam sono pure molto belli, più piccoli di Gran Meteora, che presenta la sua maestosità già nel nome, e tuttavia finemente decorati. 
Anche qui tanti turisti, stupiti come noi dinanzi a tanta bellezza. Tra costoro, conosciamo una coppia di Palermo, con cui scambiamo qualche parola e con i quali ci diamo appuntamento per cena. Appuntamento che salterà, poiché ci attarderemo a fare foto al tramonto e decideremo di mangiare un boccone a sera tardi in un posticino semplice, ma soddisfacente che offe cucina greca, del resto noi adoriamo la tzatziki e la moussaka.
Insieme a Gran Metora, l’altro monastero molto visitato è quello della Santa Trinità: 150 scalini a picco non devono scoraggiare , perché il panorama di cui si può godere è davvero favoloso.



Meteora in greco significa letteralmente “in mezzo all’aria”, e anche noi non sapremmo descrivere questo posto in altro modo. Già arrivando lungo la strada le rocce appaiono all’improvviso, dopo una curva, nella loro particolarità. Sono torri naturali di roccia, che si elevano verso il blu formate da pareti lisce a picco, dove su alcune si ergono queste ardite costruzioni: i monasteri.
In questa che è senza dubbio la terra dei centauri noi facciamo letteralmente un balzo nella storia.




Nei tempi passati l'unico modo per raggiungere la meta era arrampicarsi su scale di corda sospese, oppure attraverso una sorta di montacarichi con cui si provvedeva al rifornimento di cibo e beni necessari alla sopravvivenza delle comunità. Solo nel 1925 vennero scavati i gradini nella roccia che rendono più agevole l'accesso. 


 



Zavorrina è estasiata all'interno dei monasteri... Si siede e rimane per interminabili minuti ad osservare e tradurre ciò che ha studiato per anni. Mi fa tante mini lezioni di greco antico e storia greca, la mia prof preferita.




Non riusciamo a descrivere quanto siamo felici é quanto stiamo bene in questi luoghi. Ci restiamo una notte in più cambiando albergo.



Qui conosciamo due centauri, marito e moglie spagnoli, in sella su una GS.
La notte ci riposiamo ai piedi di queste rocce illuminate gustando un ottimo gelato al gusto di Mastika, o Mastiha.
Famosissimo è un liquore aromatizzato al mastic, che é una resina ottenuta dal lentisco. Il Mastika è un prodotto a DOP dell'isola greca di Chio, in pratica esiste solo qui.
Il nome della resina e del liquore derivano dal greco "masticare, digrignare i denti".
Intanto la giornata volge al termine, così come i soldi, il tempo a disposizione per le vacanze e la pazienza di macinare kilometri in moto.


Ripartiamo da Egoumenizta con una pace interiore che ci ha regalato questo ultimo scorcio di viaggio.


E grande è lo stupore quando sul traghetto diretto a Bari incontriamo la coppia di spagnoli, che hanno alloggiato nel nostro stesso albergo.
Chiacchierando ci raccontiamo i nostri viaggi e, stupore dello stupore, scopriamo che Chefi e la moglie sono molto amici di Elsi, la biker incontrata in Oman nella piazza del Sultano.
Chefi e Pilar hanno fatto un viaggio dalla Georgia e passando dall'Italia torneranno a Valencia, la mia città adottiva, dove inmancabilmebte ci hanno invitati ad andare in sella alla nostra Triumph.
Foto di rito con invio alla nostra ElsiRider.



Brindisi ci accoglie timidamente in un caldo mattino d'estate. La colazione col pasticciotto non può mancare.
Sulla strada verso Taranto incontriamo Roberto e consorte, diretti in Basilicata.
Un cenno.
"Caffè?"
Ci fermiamo e davanti a un caffè ci facciamo altri due amici in moto.
E come dicevamo più su, è ora di tornare a casa perché sono finiti nell'ordine i soldi il tempo e la pazienza.

https://www.grecia.info/grecia-continentale/meteore/


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