3° Appuntamento... Sulle tracce dei fari


Un tempo servivano per indicare la rotta e sapere esattamente dove ci si trovava. Insieme alle stelle, per anni e anni, hanno fornito le coordinate a marinai e navigatori.
Il primo faro della storia è il Faro di Alessandria, che venne innaugurato nel 280 a.C. per volere di Re Tolomeo I, innalzato sulla piccola isola si Pharos, situata di fronte al porto di Alessandria d'Egitto.
Con i suoi 130 mt di altezza, era l'edificio più alto del mondo dopo le piramidi, oltre che una delle sette meraviglie del mondo antico.


Poi, con l’avvento della tecnologia, gps, google maps, la maggior parte dei fari sono rimasti inutilizzati: delle strutture belle, ma solitarie, abbarbicate in posti meravigliosi, da cui godere la vista di panorami incantevoli. Quasi quasi l’ideale per una vacanza di relax. Ecco allora che molte di queste costruzioni si sono “riciclate” e offrono al turista desideroso di una vacanza alternativa, una bella possibilità: vivere per qualche giorno all’interno di un faro, dormici, trascorrere piacevolmente del tempo, cullati dal rumore delle onde che si infrangono sugli scogli. In fondo, se ci pensate, regalano il giusto mix di mare, tranquillità, avventura.
Nel mondo ce ne sono diversi, ma fedeli alla volontà di rimanere nel Bel Paese per le vacanze del futuro, visitando così luoghi inesplorati, vi elencheremo solo quelli italiani.

Non possiamo parlare, però, di fari senza soffermarci su ciò che ha rappresentato per secoli nell’immaginario collettivo quel fascio di luce proteso nell’oscurità a guidare i naviganti sani e salvi fino al porto. Spesso costruiti in luoghi impervi e desolati, la loro architettura a volte slanciata, a volte tozza e solida, costella con regolarità le coste italiane in una rete pensata e sviluppata in modo sistematico dall’unità d’Italia, con alcuni segnalamenti già in uso dai tempi delle repubbliche marinare o dei regni italici.
Ci sono i fari iconici, come la Lanterna di Genova eretta nel 1128 e ricostruita nel 1543 nella forma che conosciamo oggi. Alta 77 metri è il faro più alto del Mediterraneo e il terzo faro in attività più antico al mondo.
Il Fanale di Livorno, che risale all'epoca della Repubblica Marinara di Pisa. Ricostruito dopo la seconda guerra mondiale.
Il Faro di Punta Palascia a Otranto, in una splendida posizione, a picco sul mare nel punto più ad Est dello stivale. Oggi è sede di un museo e, insieme alla Lanterna genovese è tutelato dalla Commissione Europea.
Il Faro della Vittoria di Trieste, è una vera e propria opera d'arte degli anni '20 del secolo scorso. Domina il golfo sorgendo sulle colline nei dintorni della città friuliana a 60 m.s.l.m..
Due sculture fanno parte del faro, una in memoria ai marinai caduti nella prima guerra mondiale, chiamata il Marinaio Ignoto, l'altra in cima è una Vittoria Alata im bronzo; entrambe sono opera dell'artista Giovanni Mayer.
Senza dimenticare il Faro di Capo d'Orso a Maiori, gestito dal WWF, che è un punto di snodo per chi fa trekking sulla costiera amalfitana e i Monti Lattari.

Qualche anno fa il demanio ha deciso di dare in concessione a privati alcuni fari.


Cominciamo dal cuore delle Eolie, in Sicilia. L’isola di Salina, posta tra Lipari e Filicudi, offre la possibilità di dormire in un faro sprofondato nel mar Tirreno. L’azzurro intenso delle onde, cangiante a seconda del riverbero del sole, è interrotto solo dal verde della vegetazione, particolarmente rigogliosa qui.


Siamo, infatti, tra i vigneti di Malvasia, l’ottimo vino siculo che piace a tutti, anche a quanti normalmente non amano il nettare di Bacco. E del resto, questo vino così dolce e allo stesso tempo deliziosamente intenso, sembra proprio rispecchiare l’isola su cui è coltivato, dove un tempo c’era il guardiano del faro ed oggi, invece, una bella struttura ricettiva dotata di sei stanze, che prende il nome proprio da questa qualità di uva.


Risaliamo lungo il mar Tirreno e fermiamoci in Toscana, all’isola del Giglio, per l’esattezza: a Punta Fenaio svetta un faro ormai in disuso, trasformato in resort, raggiungibile solo via mare o a piedi, dopo una lunga passeggiata, che farà apprezzare ancora di più le acque fresche delle correnti in mare aperto.

   
Come a chiudere un triangolo nel Tirreno, andiamo in Sardegna: a un’ora di strada dalla bella Cagliari, ecco Capo Spartivento, faro voluto niente meno che da Re Vittorio Emanuele.


Dal 2006 è aperto al pubblico che voglia vivere una esperienza unica, in una zona dal valore naturalistico enorme ad un passo dalla rinomata spiaggia di Cala Cipolla e a metà strada dal bel capoluogo sardo e dall'isola di Carloforte, famosa enclave linguistica ligure colonizzata, dopo secoli di abbandono, da tunisini di Tabarka nel XVIII° secolo.


Proprio tra Carloforte e l'isola di Sant'Antioco si trova il piccolo Faro dello Scoglio Mangiabarche, che ha il compito di far si che le imbarcazioni evitino di incagliarsi nelle rocce affioranti, spesso senza successo. Del resto il nome è dovuto proprio alla fama di aver fatto le sfortune di tanti marinai. 
Qui non si può di certo alloggiare, ma è insolito il fascino, a volte sinistro, che creano le rocce della scogliera chiara e levigata dal tempo, che affiorano dal mare cristallino. 


Tutto l'anno è una tappa obbligata se si visita l'arcipelago sulcitano; mare tra l'azzurro e il blu intenso, tramonti intrisi in un atmosfera porpora e indimenticabile durante le mareggiate, quando le onde spumose del mediterraneo esplodono contro il piccolo e solitario faro, mettendo in mostra tutta la potenza del mare. 




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