Qualche giorno in Corsica


Nella mia vita sono rinato mille e più volte come un'araba fenice... mi sono sempre reinventato... ma soprattutto ho sempre scelto cosa fare, come vivere, chi voler essere... sono sempre stato il padrone della mia vita. Di cadute e tradimenti ho perso il conto, amori, amici, colleghi... puff! Ma sinceramente ho sempre vissuto a modo mio, senza dare peso più di tanto ai giudizi della gente.

Ogni caduta è sempre stata seguita da un'avventura, da un viaggio, che poi portava inevitabilmente qualcosa di bello, sempre migliore. Ecco, direi che fino ad ora la mia vita sia stata un crescendo di positività.

La mia mente, oggi, va a pochi anni fa... vivevo in un posto affascinante, non facile, sicuramente vero... soprattutto sul mare, mio grande desiderio. Ho sempre realizzato i miei desideri fino ad oggi! Un periodo magico... e come tutti i periodi favolosi, sono segnati da netti crocevia. Professionalmente soddisfatto, il cuore in pace, un uomo sereno, nonché abbronzato e magro. Dall'alto del mio appartamentino al quinto piano, ogni mattino, osservo l'orizzonte perdersi nelle acque del tirreno, sorseggiando caffè in compagnia dell'immancabile gabbiano. Da lì su, nelle giornate migliori,  intravedevo Capraia e il dito della Corsica.

Ah! La Corsica...

Nella mente si insinua una vecchia idea... fare l'Agriate, deserto corso, in sella a una scrambler/enduro. Di questo periodo favoloso fa parte anche la mia tre cilindri. Quale miglior compagnia, se non la mia solitudine?

La Corsica è lì...ogni mattina...è così vicina. 

Al ritorno in città, con ancora qualche giorno di ferie e, soprattutto, con il cuore carico di felicità per la sorpresa inaspettata che mi ha riservato la vita, decido... quattro giorni di avventura e relax...un giusto mix prima della nuova stagione professionale.

La follia forse sta nel chiedere a zavorrina di venire con me..."ci verresti in moto?"..."te la senti?"

Mentre lo chiedo, già nella testa quasi mi pento...dirà ovviamente no! Solo la persona giusta, potrebbe dire sì a un pazzo come me e fidarsi ciecamente.

Beh! Zavorrina non esitò...disse sì entusiasta immediatamente.

Sistemate le sacche della Triumph, bandana al collo ci si imbarca...poche ore e Bastia ci dà il benvenuto con un torneo internazionale di bocce in piazza, bar aperti, ristoranti pieni, gente per strada, tavolini, sedie, bicchieri...eh sì! la vita ante covid-19. Sembra così lontana quella vita lì.

Una colazione franco-corsa... girare a modo mio (ben presto scoprirò essere il modo nostro)... perdendosi tra le strade... in mezzo a volti sconosciuti... senza orario... senza tempo... senza orologi.

Il torneo di bocce fa da simpatica cornice a quei due sorrisi che si cercano continuamente con lo sguardo. Una vecchia cabina telefonica è stata trasformata in una mini libreria... inizio a fare la conoscenza della passione di zavorrina.

Non si resiste più e, dopo una visita alla Citadella di Bastia e alla Ghjesgia Santa Croce, si affronta la strada corsa tanto amata dai centauri. Le due ruote imboccano la salita che porta a Patrimonio, sito del miglior vino dell'isola. Salendo la vista si fa sempre più bella e attraente... dall'alto lo sguardo si può perdere verso le coste italiane o, più probabile, cadere sull'ètang de Biguglia, lunga striscia di sabbia, che dividendosi dal mare crea una laguna, un sito di grande importanza ecologica del bacino del mediterraneo per flora acquatica, fauna e uccelli. Questa ricchezza biologica permette di nidificare e riprodursi a un grande numero di uccelli, tra cui i fenicotteri... il che rende tutto molto fiabesco.

Questa visuale ci fa fermare spesso, interrompendo le gustose curve, fino ad incontrare una casina più che umile, sembra quasi abbandonata... sotto al casco si insinua un profumo forte di formaggio... ci accoglie un signore... spalle larghe, mani possenti e nel mezzo di due gote rosse un bel sorriso vien fuori da labbra toccate dal sole.
Ci invita, in lingua corsa, a seguirlo per una scala imperfetta al lato della casetta. Arrivati giù entriamo in una stanza/laboratorio che è il paradiso del formaggio.
Lo stanzino è piccolo, pareti grezze che custodiscono giallastre forme di formaggio corso. Un tavolo fa da base a una di queste opere appena tagliata per noi. In poco tempo le opere intaccate per noi diventano tre... sì, ne proviamo tre tipi differenti. Da amanti del buon cibo, mangiamo e acquistiamo incuranti di viaggiare in sella a una moto e non su un furgone.
Io prendo una bella forma e la infilo nella borsa/zainetto della mia compagna di viaggio. Sinceramente, da viaggiatore avventuroso, non penso affatto che la cosa possa destare stupore o creare un problema a una donna! 
In pratica ho usato a mo' di borsa della Conad, la borsa di una ragazza infilandoci una pezza di formaggio corso molto, molto profumata. Non devo sottolineare che la borsa/zainetto ha allietato anche i giorni a venire col profumo che fuoriusciva ogni qualvolta veniva aperta. Inizio a sorprendermi della compatibilità con zavorrina, quando in serata mi farà notare il "guaio" commesso, scompisciandosi dalle risate. 


Riprendiamo la strada. E' quello che desidero di più in quel mattino. Continuando a salire, i nostri occhi ci portano spesso a voltare la testa verso la valle, dove ammiriamo lo Stagno di Biguglia.
Qualche curva e raggiungiamo Patrimonio... l'abitato conta poco più di seicento abitanti, ma ciò che lo rende famoso è il suo vino, infatti la caratteristica dei dintorni sono i vigneti nonché una macchia coperta di olivi selvaggi. E' un comune pittoresco molto tranquillo, che durante l'estate vede passare molti turisti amanti del vino, nel mese di luglio di ogni anno viene svolto il festival "notti della chitarra", proprio in mezzo ai vigneti. La nostra sosta ci permette di visitare un paio di cantine e soprattutto di addentrarci con calma e pazienza nel vivere dei più vecchi produttori agricoli. L'assenza di turismo a fine stagione ci aiuta a goderci tutto il profumo di queste persone umili che non esitano a offrirci bicchierini di vari tipi di vino e qualche ammazzacaffè... devo declinare gli inviti quasi subito, devo ancora guidare!

Rinfrancati dall'accoglienza e dal vino, proseguiamo verso Saint Florent... è qui che senza tempo ci fermiamo su un muretto di fronte al mare... il tramonto inizia a fare il suo show. Il momento che vivo è bellissimo e magico... a questo senza dubbio alcuno contribuisce la presenza di zavorrina. 
Pensare che non ho mai amato viaggiare in compagnia... io, misantropo del viaggio. 
Il tempo scorre... non sentiamo né la fame né la sete... non ansimiamo per una doccia... nulla... ci godiamo solo il momento infinito come non mi succedeva da bambino.
Una cena sarà comunque fatta, in un posto molto romantico nel borgo di Oletta, seduti in un umile localino ai piedi di una chiesetta dalla facciata rosa.

Il mattino ci vede carichi ed emozionati.  
Il caldo inizia a farsi sentire quando scendiamo dalla sella. Ho informato zavorrina prima della partenza delle mie due aspirazioni;
da estimatore di vini, bere del vino corso e, possibilmente, comprarne una bottiglia e affrontare il deserto dell'Agriate. 
Il vino lo abbiamo tracannato, ora manca la parte più affascinante e avventurosa per gli amanti delle due ruote e che scelgono la Corsica per un viaggio in moto.

Per convincere la mia nuotatrice amante del mare, le prometto che alla fine dell' Agriate ci sarà una sorpresa... una delle spiagge più belle che abbia mai visto con un mare limpido; sicuramente tra le migliori della Corsica. 
Lei accetta, non senza timori. 
Dopo il formaggio, il vino di Patrimonio, il tramonto di Saint Florent, zavorrina si fida di affrontare una strada più che sconnessa nell'Agriate per 12 chilometri seduta dietro a un pazzo su una tre cilindri molto maneggevole. 
In più, accetta di fare qualche video mentre si affrontano curve sterrate ricche di solchi scavati sicuramente da nubifragi invernali. Il deserto delle Agriate è una regione di macchia mediterranea, che si sviluppa tra Saint Florent e Isola Rossa, ma non ha una strada costiera.

Molti dopo poco tornano indietro, nonostante guidino moto come la mia. A dimostrazione che acquistarla una moto non basta.
Arrivati alla fine della strada, in un grande piazzale polveroso cerchiamo un posto all'ombra, prendiamo quello che serve e zainetto in spalla ci incamminiamo. Tra la vegetazione, d'improvviso spunta una grande spiaggia di sabbia bianca fine. Bello lo stupore dei nostri occhi.

La spiaggia di Saleccia lunga circa un chilometro, regala paesaggi da cartolina, è una vera perla. Sabbia bianca e acque turchesi dove è possibile immergersi ovunque. Con circa un'ora di cammino si può raggiungere un'altra spiaggia, altrettanto favolosa, quella del Lotu. 
Dopo una giornata di relax mista ad immersioni e poche parole, si ritorna in sella... i nostri 12 chilometri nel mezzo di sedicimila ettari tra vento e calore opprimente, ci aspettano!

La base che usiamo per rilassarci ancora qualche giorno prima dell'inizio nevrotico del nuovo anno lavorativo, ci capita per caso ed è leggermente nell'entroterra. 
Una casa immersa nel verde a pochi chilometri dalle coste di Lozari e Isola Rossa. Cecilie è una host formidabile, tanto da farci decidere di smettere col viaggio itinerante e usare la sua struttura come base da dove partire ogni mattino per le nostre avventure. In tutta la struttura ci sono tre camere che vengono fittate a viaggiatori e/o vacanzieri, la cosa formidabile è che alla fine della stagione ci siamo solo noi...tanto da usarla come fosse casa nostra.
La pace che offre questo posto è inspiegabile. Il mattino ci si sveglia con il suono emesso da alcuni falchi che sorvolano intorno in cerca di prede. Il sole scalda e il formaggio corso ci nutre già a colazione. Prendiamo tutto il tempo che vogliamo. Viviamo e viaggiamo senza orologio.
Ci godiamo i falchi aspettando che uno di essi si cali in picchiata verso il suolo per afferrare il malcapitato cibo.
La voglia di mare, soprattutto questo mare, limpido, cristallino, turchese, ci fa muovere. Bodri... dove ci arriviamo sempre affrontando sentieri poco battuti e attraversando dei binari con la Triumph. Per raggiungere la Spiaggia dell'Ostriconi notiamo qui e là dei pagliaghji, antichi ricoveri di pastori, gli stessi che vedemmo a decine nelle Agriate.

Non manchiamo un giro nel comune di tremila abitanti di Isola Rossa, uno dei tratti costieri più belli della Corsica. Il borgo cittadino offre scorci incantevoli, prende il nome dal colore purpureo dell'isoletta rocciosa utilizzata come porto naturale, Ile de la Pietra. Il mercato coperto è un vero e proprio monumento storico, formato da dodici colonne, dove troviamo il meglio della locale gastronomia. Molte sono le passeggiate che dipartono dal centro del borgo, quella della Promenade A Marinella conduce ad una meravigliosa vista sul litorale. 

Da questa cittadina fondata nel '700 da P. Paoli durante la guerra d'indipendenza da Genova, parte la cosiddetta "cornice di Paoli", un percorso splendido che si snoda tra Santa Reparata, Corsara e Monticello, permette di ammirare un meraviglioso panorama su tutta la Balagne, anche il nostro rifugio dal caos fa parte della "cornice di Paoli". Da visitare sicuramente la Capella di Lavasina nel borghetto di Sant'Antonino, ma la Corsica è bella da vivere perdendosi nell'entroterra, perché ogni abitato offre qualcosa di unico e spesso visuali panoramiche straordinarie. 

Non può mancare come ultima tappa in questi pochi giorni corsi una visita alla cittadina di Calvi, una mini Saint Topez, conosciuta sicuramente per la sua baia a mezzaluna. Calvi è una cittadella medievale, solo per questo ci fa gola, si affaccia sulla baia e dalla cattedrale barocca di San Giovanni Battista si dipanano strade acciottolate. La passeggiata di Quai Landry è ricca di localini e piccole boutique, i prezzi non sono proprio da poveri, ma noi troviamo il posto che fa per noi... economico e tipico. Arroccata sulla collina la Cappella di Notre-Dame de la Serra offre viste panoramiche da consigliare agli amanti della fotografia.

La serenità che provo, e credo anche chi mi accompagna, è benefica per corpo e mente...resterà un ricordo tra i più piacevoli della mia vita. Le sensazioni di quei giorni accompagneranno il mio lungo inverno piovoso.

I giorni a disposizione sono al termine e tocca tornare a Bastia e imbarcarsi per le terre italiane; tagliamo l'isola da est ad ovest e troviamo il tempo per deviare e visitare Lama, un borgo arroccato considerato più affascinante e pittoresco dell'isola! Vale la pena affrontare la stradina impervia per ammirare l'architettura medievale di questo posto, un tempo case dei ricchi produttori di olio.

Si torna a Bastia passando per lo Stagno di Biguglia; ancora del tempo per qualche acquisto di prodotti tipici da consumare una volta in compagnia dei nostri cari e il traghetto è pronto... Livorno aspetta!

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