Soul of Travellers

E' un periodo di interviste, ognuna differente. Chi mi chiede a proposito dei diversi cammini fatti, chi delle mie esperienze di viaggio solidale, chi cosa significhi viaggiare per me. Ogni chiacchierata, in radio o su un canale youtube, mi porta a rivivere vecchie esperienze, a ripercorrere con la mente viaggi vissuti sempre con entusiasmo e adrenalina. 

Certo che sono stati proprio anni intensi, non sempre fantastici, ma davvero pieni... ricchi... soddisfacenti! 

Un blog, forse, è un modo strano di fare "giornalismo", ma io non ho questa pretesa. IL blog #viaggiandonelglobo nacque come terapia personale, volevo raccontare le mie sensazioni durante il mio girovagare E non avrei mai creduto che qualcuno potesse leggerlo. Non sono certo io il primo a scriverne, il viaggio è un tema da sempre al centro della letteratura mondiale. Su tutti basta pensare all'#Odissea, un'opera che riassume sia significati simbolici sia concreti legati al viaggio, soprattutto quello di #Ulisse; un'avventura di ritorno a casa, dove il protagonista, dopo una serie di avventure e disavventure, riscopre la sua terra, la sua amata.

Io preferisco il viaggio a piedi, che sia esso spirituale o marziale, prediligo la lentezza nell'andare, poter annusare ogni odore, non perdermi nulla durante il tragitto, mangiare pane e formaggio seduto su un prato verde guardando le nuvole o l'orizzonte. Amo fermarmi ad osservare uno sguardo, una movenza, una piana avvolta dalla nebbia e questo è possibile solo percorrendo strade, camminando. Per me, quindi, viaggiare è conoscere me stesso attraverso i visi che incontro, le parole che scaturiscono dal vissuto dell'altro, dello sconosciuto, che spesso mi apre il suo cuore, e la sua casa. 

Indubbiamente la mia è una bramosia innata di conoscenza che non ha confini, per questo qualunque luogo va bene, la destinazione ha poca importanza, quello che conta è andare, è vivere il viaggio. Mi viene in mente una lirica famosa di Constantino #Kavafis regalatami tempo fa , "#Itaca", che racconta l'emozione del tornare a casa. Non aspettarti nulla dalla tua Itaca, dalla tua casa, ma sfrutta appieno il viaggio che ti porterà ad essa. Le ultime righe mi hanno sempre lasciato un gusto dolce nel pensiero:

"... E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso

già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare."


In queste parole trovo tutto, l'essenza del vagabondare, magari spinto dalla voglia del ritorno,  in greco nòstos, da cui nostalgia. 
Il problema può essere che una volta saziata la sete di nostalgia di casa, inizi quella del posto e delle genti che restano nel cuore o, ancor più complicato, nell'anima.
Questo, però, avviene molto di più se cammino: camminare stimola i sogni, favorisce gli incontri, fa sentire parte del tutto, del mondo. Amplifica lo scambio di culture nonostante si venga visti anche come perdigiorno, perché noi camminatori siamo lenti, siamo i posapiano.
Non vengo spinto, come diceva Leopardi, dalla noia o dal dolore, non viaggio per fuggire dallo stato di nulla e quindi in cerca di un salto nell'ignoto, nel buio, per cercare quell'illusione di poter ogni volta ricominciare. No, io parto perché ho sete...di conoscenza, di apprendere, perché ho voglia di soli e venti differenti che scavino ancora il mio viso, ho necessità di nuovi modi di pensare, un cocciuto desiderio di incontri. 


❤

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