Dettifoss, Hverir, Myvatn Baths... e Aurora!

Freddo freddo.
Fuori non nella guesthouse.
Questo piccolo posto famoso per la sua stradina colorata e il fiordo forse più piccino di tutta Islanda è realmente incantevole, ci viene voglia di restarci nonostante il clima sia già da inverno italiano.
Ci gustiamo il borgo dal nome impronunciabile, la sua chiesina celeste e le case colorate prima di riprendere il passo montano che ci ricondurrà a Egilsstaðir.
Colazione con fiumi di kaffi e yogurt skyr.
Ormai il supermarket Netto è diventata una nostra tappa di approvigionamento cibo. Conosciamo una coppia campana con cui scambiamo impressioni e numeri di telefono. 

Con gli occhi ancora pieni d'incanto lasciamo il fiordo per riprendere il passo montano e la Ring Road 1 ad Egilsstaðir, dove ci rifermiamo per ricomprare la focaccina al formaggio che quasi sicuramente ho perso nel tragitto fino alla macchina. Me meschino! 

Il panorama oggi è monotono e la mia compagna di viaggio mi tradisce viaggiando con morfeo. La salvezza è un po' di musica nel telefono. 

Lasciamo la ring road per addentrarci nell entroterra fino a Stuðlagil Canyon. Strada pressoché sterrata dove non c'è assolutamente nulla. 
Niente. 
Vuoto. 
Solo gelo e caprette.
Il canyon è emozionante, la vista appagante, ma già sta diventando tutto un po' uguale e monotono.
Sentiamo esigenza di vedere case, gente, civiltà. 

Dopo aver raggiunto un parcheggio, una camminata tra il gelo sugli scogli ci porta all'ennesimo spettacolo d'acqua, Dettifoss. 
All'improvviso in questo paesaggio tra laghetti ghiacciati, montagne calcaree di color rosso e vette del ghiacciaio bianco in lontananza, dove davvero si ha la netta percezione di essere soli e ai confini del globo, ecco una casina molto caratteristica ricoperta di torba. Fuori, campeggia una enorme scritta "open".

Siamo a 8 km da Modrudalur, una fattoria con un ristorante e animali tra cui dei volpacchiotti. 
Sosta kaffi e pipì. Dentro la casina, piccolo punto ristoro appartenente sempre alle genti di Modrudalur, ci accoglie una deliziosa ragazza sorridente e assai gentile. Tutti ripetono sempre "no stress" e applicano sinceramente questa regola quotidianamente! 
Prendiamo il caffè e l'immancabile nonché ottima cioccolata calda e ci accomodiamo sui divanetti della sala di legno. Giochiamo a un giochino vikingo e sfogliamo piccoli libri di fiabe per bambini. I bagni più puliti di quelli di casa nostra, sono forniti di tutto, inclusi i pannolini per i più piccoli. 
La ragazza ci conferma che qui non c'è nulla per chilometri e chilometri e dunque occorre tenere qualcosa per i viandanti che dovessero avere necessità di fermarsi. Roba di difficile immaginazione per noi iper connessi, risucchiati dal traffico e sempre di fretta, ma qui è il meteo a dettare i tempi. 

È quando arriviamo a Hverir che ci risorprendiamo dopo chilometri di noia. Hverir è la Pozzuoli d'Islanda. Ma soprattutto per noi significa finalmente poter fare un po' dello sport nazionale, cioè stare ammollo nelle pozze di acqua calda o nelle piscine. 

Il sito con tanti sfiatatoi ci ruba più di uno scatto, ma la nostra attenzione è rivolta tutta alla piscina di Myvatn, sede di bagni termali che fa concorrenza a quelli cosiddetti della blu lagoon della capitale.

Entriamo dopo aver pagato un biglietto di circa 40 euro a cranio. Indossiamo il costume e... ed è dura uscire all'aperto quando la temperatura è di un grado!
Il tragitto dallo spogliatoio alla vasca, unica e assai grande, contenente acqua che raggiunge più di 40 gradi, è fatto in un unico balzo! C'è pure chi immerso fino al collo, mantiene la testa fuori, provvidenzialmente coperta da un cappellino in lana! 
Roba da mettere le mutande ai ciucci, direbbe qualcuno! 
Eppure stare a mollo è piacevolissimo, dopo i primi minuti in cui occorre acclimatarsi, la sensazione di benessere è totale. Per di più, trattandosi di acqua sulfurea la pelle ne riceve un beneficio doppio. 
La cosa esilarante è Lù uscire dagli spogliatoi, nel mezzo dell'aria glaciale, con solo un asciugamanino sulle spalle che chiama a gran voce "Fabriiii, dove sei? Brrr che freddo, non ti vedo"... Inutile dire che la scena è comica e ridendo si gira tutto il mondo immerso nell'acqua fumante. 
Top. 

Quando poi completamente bagnati proviamo a uscire... Le scene tragicomiche nn si contano. Brrrrr...  Immaginate il vento che soffia, gelido, mentre siete bagnati, in costume, in Islanda!? Ogni tentativo fallisce miseramente e si torna fino al collo nell'acqua. Poi però prendiamo coraggio e tentiamo di uscire per andare a fare il bagno turco. Il brevissimo tragitto (30metri) è percorso a suon di imprecazioni tra cui la più gentile è stata "Ma questi stanno di fuori!!?? Ma compratevi un bidet!!!" 

Eppure dopo la sauna, il corpo si sintonizza sul clima vichingo e non battiamo più i denti uscendo dall'acqua ma siamo quasi disinvolti come gli autoctoni. 
La serata finisce in una elegante guests house dove ci accoglie un omone pacione, che subito ci mostra la pozza di acqua calda a disposizione della casa!!! 
Bene, abbiamo dunque già un primo appuntamento per domani mattina. 

In mezzo a questo nulla eccola... mostrarsi nuovamente ai nostri occhi nel cielo limpido... La verde Aurora boreale!
 
L'emozione è grande, stasera è estesa e brilla, quasi ci saluta. La fotografiamo e rimaniamo a fissarla con il naso all'insù... 
Nn sentiamo il freddo, ma solo l'emozione di averla vista contro ogni previsione di quanti prima di partire ci dicevamo non è periodo, non la vedrete! 

Ceniamo con due scatolette di avena, fagioli e fagioli azuki precotti e riscaldati nel microonde : la valigia con le vettovaglie iniza ad alleggerisi!

Commenti

  1. Bellissima meta, bellissimi racconti, un giorno anch'io vorrei ammirare l'aurora boreale..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bellissimo Fabrizio, immagino dal vivo
      Un caro saluto e buona vacanza

      Elimina
  2. Mah...che dire! Niente parole...basta il resto!!! Ancora grazie e un giorno ci andrò anch'io;-).Vi abbraccio!

    RispondiElimina
  3. Che spettacolo, altro che le terme sensoriali di CHIANCIANO!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Portare dentro quei sorrisi, le parole, gli sguardi, i visi ... Arrivederci Cuba!

Sincretismo e trasporti

Ciao Povery