Dove sarà la prossima avventura?

Sveglia prestissimo, la colazione è da asporto già pronta nel mini frigo per noi.
Alle 5.30 passano i ragazzi torinesi a prenderci.
Fuori è buio e il freddo è invadente. Pochi chilometri e lasciamo l'auto noleggiata da Cristina e Davide. 
Ci incamminiamo senza aspettare i nostri amici, verso lo scalo. Il vento congela. 
La solita trafila per imbarcare il nostro bagaglio ricco di souvenier che hanno soppiantato nel frattempo i viveri consumati. 
Consumiamo la nostra colazione take away prima di passare i controlli, lenti e pignoli. 
Una spruzzatina del mio profumo preferito nel duty free, come da prassi, e siamo al gate. 
Abbiamo deciso che di tornare a casa non ci va, per cui ci facciamo accompagnare da Icelandair, la compagnia di bandiera Islandese, in Norvegia. 
Ebbene si... Ce ne andiamo ad Oslo, Si va in Norvegia!!! 

Seduti in coda, vicini vicini, attacchiamo le cuffiette al monitor del sedile e mi addormento ascoltando musica jazz. 

Oslo... La capitale della Norvegia.
Aeroporto grande e ben servito.
Chiediamo info e, dopo aver recuperato le nostre valigie dal nastro trasportatore, prendiamo il primo treno che conduce in città.
Piccola camminatina fino all'Asker Hotel e riposino. Siamo assai assonnati. 

Usciamo per girare un po' e trovare un posto per cenare.

Oslo è una capitale europea e ce lo fa capire subito: le strade pullulano di gente, tram, vetrine, palazzi. C'è confusione per i nostri occhi abituati alla quiete islandese. E sporcizia, come una qualunque città: occorre far attenzione a schivare tra le foglie cadute a terra, le deiezioni canine!
Appena ci inoltriamo nel centro, la realtà delle grosse città ci si presenta davanti agli occhi: senza tetto, zingare e volti poco rassicuranti in quello che sembra un porticato adibito a piazza per la droga.

Inutile negarlo: ci manca un po' l''Islanda e il suo essere così autentica, a tratti selvaggia. Anche Reykjavik, che pure è una capitale, ha un carattere unico. A tratti si direbbe che sulla remota isola non sia arrivata, prepotente, la globalizzazione. Non vale per Oslo e per la Norvegia. 

Ma è proprio grazie alla globalizzazione, intesa nel suo lato migliore, se la cena è a base di piatti esotici e squisiti. 

Troviamo, per caso, un luogo assai atteaente: Street Food Oslo, un capannone con dentro tanti piccoli chioschi che preparano cucina da ogni parte del mondo: un prodigio per i nostri occhi! Greca, filippina, giapponese, cinese, colombiana, coreana, hawaiana, inglese, italiana: quale cucina scegliere? Sbirciamo lo stand italiano per curiosità.... Il profumo delle tagliatelle mantecate in una forma di parmigiano promette bene.... Chissà che poi non sia immangiabile come quella propinata a Checco Zalone #checcozalone in Quo vado!? 

Non lo sapremo mai: scegliamo uno squisito piatto tipico di Manila, preparato da due simpatici filippini che parlano con accento milanese avendo vissuto fino a pochi anni fa là, dei noodles giapponesi e degli #okonomiaki sempre dal paese del sol levante. 
Ci scappa pure il bis sulla pietanza filippina, davvero buona! 


Al rientro in hotel ci guardiamo un po' attorno, ma la vera esplorazione parte domani! 

Rimanete sintonizzati! 😉

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