la Flamsbana... la famosa ferrovia panoramica

Una calda doccia... Una caffè... Sorseggiandolo sulla terrazza che affaccia sul fiordo... Le montagne cadono nell'acqua e il cielo inizia a prendere luce. 
Raccattiamo le nostre cose nel bellissimo appartamento e scendiamo alla vicina stazione. Siamo eccitati come bambini! 

Flam sembra ancora dormire. 
Tira vento, è freddo. 
Il verde treno è pronto per risalire il dislivello che porta a Myrdal. 
Un sorriso e un rapido controllo ai biglietti da parte delle due controllore. 

Il treno, risalente all'800 è rimasto praticamente intatto, con le carrozze di legno e i sedili in stoffa rossa. Fuori fa freddo, molto, ma la temperatura interna è piacevole. 

Eccoci felici nel treno di altri tempi. Verde fuori e bordeaux dentro. Tutto sembra rimasto come negli anni '40.
Oggi facciamo l' esperienza della Flamsbana, l'incredibile viaggio in treno dalla stazione di Flam nell'estremità interna del fiordo di Aurland, fino alla stazione di alta montagna di Myrdal. 
Sembra non ci sia nessun'altra linea ferroviaria al mondo più ripida della Flamsbana. A tal proposito, crediamo che nessuno sia mai stato nel tratto ferroviario tra  Balvano e Potenza. Da decenni, i governi italiani che si susseguono, danno la colpa all'eccessiva pendenza per motivare l'assenza di una seria alta velocità in Basilicata. Bah!!! 
Chiederei aiuto ai norvegesi a sto punto. 

Questo emozionante tratto di soli 20 km attira gente da tutto il mondo e, ad oggi, è una delle più grandi attrazioni della Norvegia. 
Basilicata... Ce la puoi fare! 

Nella carrozza siamo solo in 4 e tutti incollati al vetro per non perdere neppure un centimetro di uno spettacolo bellissimo:  il treno percorre poco più di 20 km fino a Myrdal, (cittadina altrimenti anonima) e raggiunge un dislivello di 866 metri. 
Le carrozze, perciò, sbuffando piano piano si arrampicano lungo la valle, la quale al di sotto, rivela rivoli d'acqua, che nei punti più impervi si tramutano in cascate.

 E ancora, insenature in cui l'acqua è di un verde vivo e si confonde con il colore del verde, casette l'una accanto all'altro come in un quadretto impressionista. 

Facciamo tante foto, il treno mette allegria e anche se la potenza della cascata non ha nulla a che vedere con quella islandese, quando il treno si ferma per far ammirare l'acqua che quasi tocca le carrozze, scendiamo anche noi, per uno scatto. 

L'arrivo a Myrdal, tuttavia, è un po' deludente. Attorno troviamo qualche casetta dipinta con colori pastello, la neve e un forte vento gelido che ci ghiaccia le falangine e falangette delle mani. Il guanto nulla può. 

Nevica e imperversa la bufera. Il capotreno, una donna filippina, quando le chiediamo cosa ci sia da vedere, risponde nulla e ci suggerisce di fermarci all'interno della stazione, al caldo.

Ma la sete di curiosità ci vince e come moderni Ulisse intabarrati in giacconi e cappelli, proviamo ad andare in avanscoperta. 
Proviamo a seguire delle giovani (tedesche?) per esplorare un po' i dintorni. Non c'è nulla. Forse si può fare solo trekking in estate e sci in inverno. 
Il vento che soffia gelido, però, e solleva la neve, ci fa tornare indietro. 
Dopo questa piccola esplorazione fino al vicino torrente, con la neve che cade e il vento che soffia, decidiamo di passare il tempo che rimane prima del ritorno a Flam nella piccola stazione. 
Fa troppo freddo!!! 

L'interno della stazione è pulito e riporta a epoca ormai lontane. C'è un bagno curato e una macchinetta del caffè che funziona solo con monetine norvegesi . Niente card. Niente euro. 
Addio mio bene! 

Unica consolazione: il termosifone caldo. 
I piedi ghiacciati urlano vendetta! 
(Non temete, il termosifone non ne ha avuto un danno permanente! Si è appena sganciato con un rumore sinistro che ha fatto spaventare due donne in sala d'attesa!) 

Risaliamo sul trenino verde, la Flamsbana riprende, stavolta verso il fiordo, quindi in discesa. Aguzziamo la vista, apriamo il finestrino e ci godiamo questi 50 minuti di viaggio tra tunnel e natura meravigliosa. 
Qui i tunnel vennero scavati manualmente, un mese di duro lavoro per un metro per volta. La ferrovia attraversa fiumi e valli tre volte durante il percorso per evitare zone soggette a frane. 
Il percorso da Myrdal a Flam presenta una panoramica su uno dei più selvaggi e immensi paesaggi naturali delle montagne norvegesi.
 Si vedono fiumi che scorrono attraverso stretti crepacci, cascate che cadono a picco dai lati delle montagne con le cime innevate, fattorie di montagna aggrappate ai pendii. 
Quando poi si raggiunge la valle di Flam si ammira la naturale bellezza del paesaggio e si gusta il meraviglioso fiordo di Aurlandsfjorden, un affluente del fiordo Sognefjorden, il più lungo del mondo.

Giunti a termine, però, siamo entrambi d'accordo nel ritenere che la  Flamsbana è sopravvalutata: la #lonelyplanet la defisce come uno dei tratti da fare in treno più belli al mondo. 
Ci permettiamo di dissentire!
È un bel giretto indubbiamente, tra cascate e natura, ma nulla di differente dalla tratta Foggia - Potenza. Stessa littorina anni' 40. Stessa velocità. E stesse stanzioncine sperse nel nulla. 

Tornati a Flam, abbiamo il tempo di una sosta toilette e di un caffè. Non l'avessimo mai preso: 4euro e 50 centesimi per un espresso. 
Ma il peggio deve ancora arrivare, in un supermercato tipo coop: due yogurt (scopriremo poi che era budino di riso), 4 francobolli e un sacchettino semi vuoto di caramelle gommose ci costano 20 euro. 
Fuggiamo da Flam, ma il sentore è che tutta la Norvegia sia inavvicinabile. 

La conferma ci viene dalla sosta in panetteria, dove siamo costretti a chiedere i prezzi prima di comprare. 
Ebbene, un mini filoncino con semi di zucca sopra e una specie di zeppola al forno con sopra la crema (ma potentemente INCHIUMMATO dentro), ci costano 15 euro.
Aiuto!!! 
Raggiungiamo Bergen, avendo nelle orecchie le parole di #checcozalone dette a mo' di sfotto': sono popoli civili! E saranno pure civili, ma qua ci si puzza di fame! 

Prendiamo possesso dell'albergo in pieno centro cittadino e subito ci diamo a camminare per la città. 
Prendiamo confidenza con i luoghi da visitare e Bergen di notte, illuminata, è uno spettacolo. 

La prima visita della città è senza tentennamenti il mercato del pesce, dove la visione di tutto il ben di Dio che offre il freddo mar di Norvegia ci fa decidere di cenare qui. 

Prenotiamo per le 21. 
Puntuali e ben vestiti decidiamo di festeggiare qui, anche se un biondo vichingo ripetutamente sorride alla mia bellissima mora. 
Stu scem! 

Il pesce che abbiamo scelto direttamente dai banconi è fresco e squisito, gamberetti e salmone ottimi, buona aringa affumicata e anche un pezzo di balena che ricorda molto il fegato di bovino. 
Tutto molto buono, andrebbe annaffiato con un ottimo bianco italiano (sulla carta dei vini ce ne sono), ma il prezzo lieviterebbe troppo e berrebbe solo uno dei due. Desistiamo. 

Breve passeggiata romantica ammirando le tipiche case a punta della lega anseatica che affacciano sul porto nel fiordo e andiamo a riposare. 

Domattina Bergen ci attende per mostrarci tutta la sua bellezza.

Commenti

  1. Grazie per avermi fatto fare questo viaggio virtuale in Norway seduto in poltrona, visto ke oggi piove alle 5 terre. Certo ke la Balvano-Potenza non skerza per le sue gole piena di scorci panoramici. Peccato ke sia famosa solo per la più grande catastrofe ferroviaria Italiana.

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    1. Rocco grazie a te di leggerci. Gli scorci Lucani meritano.

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