Amalfi... la grande Repubblica, tra carta, mare e religione


Ebbebe si... 
non si riesce a stare a casa mai. 
Per sopravvivere alla mia città natale devo usare il farmaco del viaggio. E, come spesso succede, la scelta cade sempre su uno dei miei posti dell'anima. 
Una fuga... Un fine settimana... Nella patria delle Cartiere, una delle quattro repubbliche marinare che dominarono nel medioevo... Amalfi. 

Anche se il tempo non promette sole e caldo, la costiera non ti delude mai... Anzi... Sono proprio i periodi orfani del turismo quelli in cui sprigiona più fascino. E questi risultano essere anche i periodi migliori per godere pienamente della costiera. Strade libere, che non brulicano di turisti come in estate, ristoranti per nulla caotici, bere un caffè seduti in piazza è davvero rilassante e piacevole. 
In effetti questo è il periodo in cui Amalfi ci sembra nostra. Totalmente. 

La pioggia che accompagna il week end non infastidisce, anzi, rende tutto più affascinante e malinconico. 
Alterna pioggerelline a schiarite, con intermezzi di diluvio. 
Poco importa, si inizia la fuga relax nella #OtiumSpa di Minori (http://www.otiumspa-costadamalfi.it/), per poi andare ad oziare nel capoluogo della costiera. 

Il #TerrazzaDuomo (https://instagram.com/terrazzaduomoamalfi?utm_medium=copy_link) 
offre la camera che affaccia direttamente sul famoso Duomo. Si ha l'impressione di poterlo toccare allungando solo una mano. 

Passeggiando ed esplorando i vicoli vuoti di un'Amalfi in riposo, ci si gode tutto il romanticismo che questa terra ha da offrire. 
Da #donnastellapizzeria (https://instagram.com/donnastellapizzeria?utm_medium=copy_link) 
ci si ferma per quella che in tanti considerano la miglior pizza della città. 
Il riposo è su un letto poggiato su un pavimento di piastrelle tipiche con lo sfondo di uno dei monumenti italiani più famosi al mondo. 

La colazione, offerta sulla terrazza coperta in cime all'edificio del 1700, è qualcosa di unico. 
La raffinatezza del luogo accompagna lo splendore della romanica cattedrale cattolica. 
È suggestivo consumare la genuina colazione servita da gentilissimi e cordiali camerieri. 

È poi obbligatorio visitare dentro La cattedrale dedicata al primo apostolo di Gesù, Sant'Andrea. 
Il Duomo di Amalfi comprende due basiliche comunicanti, la cripta dove riposano le spoglie di Sant'Andrea e il chiostro detto del paradiso, risale al IX secolo. 
Situato in posizione strategica, ha spesso protetto la città dai nemici. Rispetto al mare il pianoro è rialzato di una ventina di metri ed è fatto di pomice vulcanica molto resistente. 

Rimane ben poco dell’impianto originale, solo colonne e capitelli che sono stati recuperati dagli edifici romani e trasportati via mare da paesi lontani.

La storia del Duomo di Amalfi è fatta di una serie infinita trasformazioni e opere di ristrutturazione voluti dagli arcivescovi che l’hanno reso l’imponente edificio che si svela ai nostri occhi senza troppi segreti.  L 'impronta paleocristiana ha lasciato il passo a quella romanica, le balaustre e gli splendidi portali di marmo bizantini e longobardi con intrecci di funi sono stati preservati. 


Nel corso dei secoli gli interventi non si sono fermati, nel XIV secolo infatti furono aggiunti dei pinnacoli gotici e venne realizzato un mosaico sulla facciata dedicato a S. Andrea Apostolo.

Nel 1931 e per 60 lunghi anni sono stati disposti dei nuovi lavori per recuperare la struttura medievale originaria della Basilica del Crocifisso.

Quando si visita Amalfi non si può fare a meno di andare al Museo della Carta. Dalla piazza principale ci si incammina per la strada che si inerpica verso l'entroterra. 


Il museo è una ex cartiera situata come tutte le cartiere che operavano ad Amalfi nella valle dei mulini. Grazie proprio ai mulini, si sfruttava la discesa del torrente per far funzionare i macchinari all'interno delle cartiere. 

Tra le prime città a scoprire nei secoli XII e XIII l'esistenza della carta, ci sono le quattro Repubbliche Marinare, che avevano magazzini, sia in Siria, sia sulla costa della Palestina, dove erano ubicati i maggiori centri per la produzione di carta. 

Una volta dentro ci si immerge in un mondo antico dove i magistri in arte cartarum fabbricavano la carta a mano. Dentro ci sono esemplari ben tenuti e restaurati di macchinari di epoca medievale utilizzati per realizzare la carta. 


Inizialmente venivano usati degli stracci, che venivano prima maciullati e poi immersi in acqua. Quest'acqua biancastra fatta di poltiglia di straccio, veniva posta su una specie di forma per dare forma al foglio e soprattutto la filigrana. 


Questo foglio successivamente veniva posto su un appoggio e poi pressato sotto un enorme torchio. 


I fogli venivano fatti asciugare appesi su stendini medievali, al riparo da pioggia e/o sole prediligendo il vento. 
Insomma vale la pena visitare questa struttura unica rimasta in piedi tra le varie strutture ormai in disuso. 

Tra una visita e un'altra è sempre piacevole degustare un limoncello in un bar o un dolcino, siamo pur sempre nella terra degli agrumi e del buon mangiare. 





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