Bergen

Il risveglio a Bergen è frizzante... oggi ci dedichiamo alla visita della capitale storica della Norvegia. 
La colazione è piuttosto rapida, ma sostanziosa. E questa volta i panini da preparare si moltiplicano magicamente. Ci aspettano parecchie ore di viaggio per tornare a Oslo. Ma prima di tutto, andiamo a visitare #bryggen , il quartiere creato ad hoc dai mercanti che qui diedero vita alla lega anseatica.

Le case in legno, originali del 1700, ci portano in un passato studiato solo sui banchi di scuola. Sembra quasi di vederli spuntare dietro una panca o affaccendati in cucina accanto al grande camino che serve a riscaldare l’ambiente. I mercanti vivevano rispettando la legge dettata dalla lega anseatica ma anche le leggi norvegesi. Sulla scorta della prima, era vietato incontrare donne all’interno del quartiere. La punizione per chi contravveniva tale regola era una salata multa da pagare in birra!!! Gli amori clandestini e non si consumavano appena fuori dalle mura di bryggen, dove ancora a oggi c’è la strada che delimita il borgo e lo separa dal resto della città.

Una giovane guida ci fa inoltrare sempre più nelle abitazioni che scricchiolano sotto i nostri passi e ci spiega tantissime cose, anche della Norvegia moderna. Il discorso cade inevitabilmente sui prezzi elevatissimi che sono per noi quasi proibitivi. Chiediamo come mai. La risposta è un compendio di economia spicciola: il tenore di vita del Paese è assai elevato. Ce ne siamo accorti. Ma dunque la Norvegia è un Paese per soli ricchi? No, non proprio. La crescita del pil, ci risponde il vichingo biondastro, è in linea con le previsioni e in Svizzera (!!!) accade lo stesso. Capirai che confronto! Facciamo notare sommessamente che in Italia non funziona così. E in buona parte del mondo, si entra in panetteria senza chiedere prima il prezzo di panini per giunta inchiummati! Alza le spalle, per la serie lo so, poveracci che siete. E poi, mazzata finale, sproloquia sul fatto che per la stessa attività di guida in un sito archeologico, da noi avrebbe percepito molto meno ( se pure fosse riuscito a percepire, pensiamo all’unisono senza dire una parola!). Dunque, tutto torna: il Paese paga, investe, fa girare l’economia, fa crescere il pil e ovviamente di entrare nell’euro non hanno voglia né tanto meno interesse. Capito? L’unica consolazione a cui aggrapparsi con tutte le forze in questo momento in cui l’orgoglio nazionale vacilla, ha l’aspetto di un bidet, il bene supremo che inizia a mancarci ogni giorno di più. Per la serie, avremo pure le pezze al culo, ma il suddetto è pulito e profumato! Tiè!
Volendo contribuire al prodotto interno lordo degli amici vichinghi, spendiamo qualcosa in piumini davvero belli che da noi costerebbero davvero tanto. Praticamente non puoi mangiare a piacimento in Norvegia perché rischi la bancarotta, ma puoi vestirti di tutto punto con firme anche importanti. Strani questi vichinghi!!!

Shopping di qua... un giretto nell'affascinante quartiere di Marken... Una sosta a scrivere cartoline (forse siamo rimasti in due al mondo a cimentarsi ancora in questa vetusta pratica da viaggianti d'altri tempi, nell'epoca di internet e dei social media)... un ballo nella piazza Vagsallmenningen sotto la statua dello scrittore nonché filosofo Ludvig Holberg... 
Passiamo dalla Cattedrale e Leprosy Museum St. Jørgen's Hospital, un'antica residenza per lebbrosi con una cappellina, purtroppo gli orari di visita sono molto ristretti. 

Un balzo alla Mariakirken, l'edificio più antico di Bergen, una chiesa di pietra con un ingresso romanico con due torri gemelle del XII secolo. 
Al suo interno ci sono degli affreschi del XV secolo e uno splendido pulpito barocco donato dai mercanti della Lega Anseatica nel 1676.

Vicino alla Mariakirken, affaccia sul fiordo la fortezza Bergenhus. 
Bergen è veramente una piccola chicca norvegese che ci piace tanto, nonostante la zona da cartolina, dove ci sono le sue tipiche casette che tutto il mondo conosce, ci ricordi altre città, Bruges in testa. 

Ripartiamo alla volta di Oslo, ma ci rendiamo subito conto che le ore di cammino sono troppe e arriveremmo troppo tardi nella capitale. Pertanto ci godiamo nuovamente un panorama quasi fiabesco e decidiamo di avvicinarci il più possibile, così da lasciare l’auto domattina e visitare quello che nn abbiamo ancora visto della Capitale.
I fiordi sono bellissimi, le insenature a tratti dolci, a tratti aspre. Ogni tanto spunta una cascatella, a volte più impetuosa. 

Le macchine sono poche, ma sicuramente di più che in Islanda, dove per kilometri interi si camminava da soli, nel nulla. Ancora un paio di deviazioni ci fanno rallentare. La stanchezza inizia a farsi sentire. 
Facciamo un lungo tratto costeggiando il fiordo Hardangerfjord sulla statale 13, passando Lofthus e Tyssedal fino a raggiungere Odda. Sembra di essere sulla costiera amalfitana, la strada stretta a doppio senso di marcia è a picco sul fiordo. 
Attraversiamo delle gallerie lunghissime, fino a 25 km di lunghezza. Ci sorprendono le luci colorate che troviamo all'interno delle gallerie come a cadenzare i kilometri che percorriamo. Ad un tratto, ci troviamo una grande rotonda dentro una galleria, da un lato Odda, dall'altro Oslo. 
Usciamo direttamente dalla roccia su un altissimo ponte che attraversa il fiordo e ci fa rientrare in un'altra galleria scavata nella roccia. 
Ci meravigliano queste idee ingegneristiche. 

Decidiamo di consultare i cellulari e bloccare la prima struttura che ci piaccia.
La scelta cade su Løvheim Interiørbutikk og Gjestehus una guest house il cui proprietario sembra la copia nordica di Hugh Grant. Ci apre la porta sorridente e ci dice subito che siamo gli unici ospiti per quella notte.
La casa è molto grande e molto bella.
Al piano inferiore oltre alla cucina, grande e dotata di ogni comfort ed elettrodomestico immaginabile, c’è la sala per la colazione e uno grosso spazio dove l’amico norvegese ha creato un negozio di mobili e complementi di arredo. Belli.

Al piano superiore ci sono le stanze, anzi dei veri e propri mini appartamenti.
Il tempo di una doccia, un mezzo stendere sui termosifoni bollenti e ci addormentiamo. Manca poco alla conclusione del viaggio. Nonostante la stanchezza e la nostalgia di casa, sappiamo che ci mancherà questa vita raminga.

Domani ci dedicheremo al nuovo Munch Museum appena inaugurato.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Portare dentro quei sorrisi, le parole, gli sguardi, i visi ... Arrivederci Cuba!

Sincretismo e trasporti

Ciao Povery